“Pensieri… Parole… Realtà… Opinioni…”. È uscita la prima raccolta di poesie di Mario Li Pira. Nato a Petralia Soprana il 26 ottobre 1944, il compositore madonita, è l’ultimo di tre figli. Entra a far parte subito dei grandi, Mario, figlio di papà Domenico che, nel 1948, va incontro ad una tragedia che lo segnerà per il resto della sua vita: il boato di una mina, porta via la gamba di papà Domenico. All’età di 13 anni, il 4 agosto, un detonatore gli scoppia tra le mani e le schegge gli lacerano le cornee. Mario, rimane cieco fino alla fine di gennaio dell’anno successivo. Dal 1964 al 1971, lavora a Milano come sigillatore di giunti e serramenti e girerà per tutto il nord Italia. Qui, conosce Giovanni Agnelli (nel suo studio e bar “gli ho sigillato tutti gli infissi”), la sua famiglia e Umberto. Caterina Caselli, Piaggio, Nunzio Gallo e il “vecchio” Ferrero rimarranno per sempre impressi nella sua memoria. Incide un disco e nel 1970 è ospite di Corrado alla “Corrida” e, nel 1973, sposa Antonietta. Domenico, Ivan e Valentino i suoi amati gioielli. Nel 2009, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, gli conferisce la targa d’argento per l’opera “Il Brecciaiolo”, che Mario dedica al tanto amato padre.
“Ho iniziato a scrivere i miei primi versi nel 1965 – spiega Mario Li Pira – grazie alla poesia ho ottenuto molti premi e riconoscimenti di merito. Le mie poesie generalmente sono dedicate a persone e a fatti reali. In questa raccolta di poesie esprimo i miei pensieri e le mie opinioni frutto della realtà e delle conclusioni tratte sia dalla storia che da alcune dicerie. Tra le liriche alcune sono dediche rivolte a persone speciali”. “La raccolta di Mario Li Pira va a collocarsi in un genere letterario che in un mondo veloce come quello contemporaneo sta prendendo sempre più spazio nelle proposte culturali degli autori – sottolinea l’editore Giuseppe Aletti – mi riferisco agli omnibus. Opere che contengono diversi stilemi e numerose proposte comunicative, rivolto a tutti, per cui predilige un linguaggio immediato e lineare, senza tuttavia dimenticare l’urgenza espressiva che è il primo passo per produrre letteratura. In Li Pira c’è un proposito testimoniale, infatti nei testi non c’è solamente la vita dell’autore ma anche esistenze e fatti che non ha vissuto, che ha provato comunque a raffigurare con la scritta parola, e il verso in maniera privilegiata. Il titolo è già una dichiarazione d’intenti, il pudore della consapevolezza, che non fa riferimento esplicito alla poesia, ma a tutto quello che dalla stessa prende forma: i pensieri, le parole, la realtà e le opinioni, inserendo molteplici dimostrazioni fotografiche, che fanno evidenziare una vita e una personalità singolare. La ricerca di senso che ogni autore propone nel distendere le parole sulla pagina, in Li Pira trova espressione nel delimitare il perimetro dei valori condivisi, regole comuni a persone e popoli per una convivenza civile, armoniosa e pacifica”.