L’importanza dei simboli per marcare, in maniera evidente e decisa, una scelta di campo. San Mauro Castelverde sceglie la legalità e lo sviluppo e lo fa ponendo all’ingresso del paese una statua che raffigura i due eroi per eccellenza della lotta alla mafia, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Dal mandamento al cambiamento” questo il significativo titolo scelto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Minutilla per celebrare l’inaugurazione di queta opera realizzata dallo scultore madonita Gianfranco Macaluso.
A sottolineare l’importanza dell’evento che ha segnato una svolta per la comunità maurina, vissuta troppi anni all’ombra del condizionamento mafioso, c’erano tutte le istituzioni. C’erano i sindaci del territorio, il presidente del Tribunale di Termini Imerese Raimondo Lo Forti, il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Monreale Giulio Modesti, il commissario della Polizia di Stato di Cefalù Francesco Virga. C’era anche il Vescovo Giuseppe Marciante che ha ricordato quel “convertitevi” tuonato da Giovanni Paolo II ad Agrigento all’indomani delle stragi che tolsero la vita ai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo ed agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“Siamo certi che le tre M evocate anni fa da Monsignor Catarinicchia sono scomparse? – ha affermato nel corso del suo intervento monsignor Marciante, facendo riferimento alle famose parole pronunciate dentro il Duomo di Cefalù nel corso dell’omelia per la veglia di capodanno del 1988 dall’allora vescovo: “Mafia, massoneria e malaffare, ecco le tre m che opprimono questa città”.
“Bisogna fare un’analisi molta approfondita – ha denunciato Marciante – Perché molto è cambiato ma certamente alcune cose ancora non si spiegano. C’è ancora del mistero dietro determinate scelte che merita di essere approfondito per comprenderne la matrice. C’è secondo me ancora tanto lavoro per gli organi inquirenti”.
“Questa giornata segna per noi uno iato – afferma il sindaco Giuseppe Minutilla – non voglia più che il nostro paese venga indicato come il paese del mandamento. San Mauro ha scelto la legalità, ha scelto lo sviluppo. Negli ultimi anni è diventato anche un’apprezzata destinazione turistica grazie all’impegno di tanti ragazzi che hanno creduto ed investito, con intelligenza e dedizione, sulle bellezze naturalistiche del nostro territorio. Da oggi in poi chiunque raggiungerà il nostro paese troverà all’ingresso le braccia aperte di Falcone e Borsellino a dare il benvenuto in una comunità che con orgoglio e coraggio ha ripudiato la mafia”.
Presente anche il giornalista madonita e direttore del settimanale L’Espresso Lirio Abbate, che ha ricordato come da giovane cronista ha incontrato più volte, nel corso dei processi o al termine di operazioni di polizia, i capi mafia del mandamento delle Madonie, Giuseppe Farinella, il figlio Domenico Farinella, il genero Francesco Bonomo. Ricordando un episodio in particolare, quando Domenico Farinella venne catturato dai carabinieri che aveva scambiato per un commando arrivato lì per ucciderlo. “In quell’occasione – ha ricordato Lirio Abbate – quell’omone grande e grosso che destava tanta paura si fece la pipì addosso. Ecco chi sono in verità questi temibili capi mafia.” – GUARDA IL VIDEO