“Certi amori non finiscono…”. Con il ritorno di Eugenio Corini sulla panchina del Palermo anche il pubblico rosanero ha capito che può davvero iniziare a sognare, come un tempo. Quel sogno chiamato Serie A e che è sembrato distante un abisso negli ultimi cinque anni. Dalla stagione 2016-2017, segnata dai cinque allenatori e culminata con la retrocessione in Serie B, alla ripartenza in Serie D nel 2019 come Società Sportiva Dilettantistica. Negli anni lontani da Palermo, Corini è passato dalle panchine di Novara e Brescia, portandolo alla promozione in A, poi Lecce e, nell’ultima parte della scorsa stagione, di nuovo alla guida delle Rondinelle, subentrando a Inzaghi e sfiorando ancora il salto nella massima serie, con l’eliminazione nelle semifinali play-off contro il Monza di Berlusconi e Galliani. Oggi ci riprova in una piazza dove il suo nome è già scritto nella storia.
Un nuovo inizio
“Una valigia piena di sogni” era quella che ammetteva di portarsi dietro nel giorno della sua presentazione come neo tecnico rosanero al Renzo Barbera. Sensazioni, chissà, che potrebbe avere avuto già durante il suo primo arrivo in Sicilia nell’estate 2003, per l’inizio di una stagione che, sotto la spinta degli acquisti del presidente Zamparini, terminò con il tripudio della storica promozione in Serie A dopo 31 anni. Oggi la situazione è un po’ diversa, dato che ad esempio chi effettua scommesse sportive in Italia con William Hill può anche puntare su un Palermo indicato, alla metà di agosto, solo come la quarta squadra più accreditata per la vittoria finale del campionato di Serie B, a pari quota con il Brescia e distante dal podio occupato da Genoa, Cagliari e Parma. Per una più accessibile promozione, quindi da prima, seconda in classifica o da vincente dei play-off, la squadra di Corini scende in lavagna al quinto posto, superata dagli stessi lombardi. I rosanero partono dunque a fari spenti, ma gli ottimi esordi in campionato e Coppa Italia fanno pensare che il credito nei loro confronti sia destinato a salire.
In campo “Genio” e capitano
Nella prima stagione al Barbera sono 12 le reti segnate in 40 presenze da Corini, un bottino di gol ma anche di assist per Luca Toni, capocannoniere del campionato di B con 30 gol. Soprannominato “il Genio”, con il numero 5 sulle spalle Corini si prende poi la fascia di capitano, trainando il Palermo anche verso la prima storica qualificazione in Coppa UEFA, ottenuta già nel 2004-2005 grazie al sesto posto nella prima annata con i rosanero in Serie A . In totale sono 129 presenze e 25 reti con il club siciliano, fino alla separazione avvenuta nel giugno 2007. Nella conferenza stampa convocata per annunciare l’addio, Corini parla di divergenze con la società, scatenando la successiva reazione dei tifosi che protestano a suo favore davanti allo stadio Barbera.
Inseguendo di nuovo il sogno
Dopo Palermo sceglie Torino per chiudere la carriera: due ultime stagioni in A con 44 presenze e un gol, poi la scelta, in realtà prevedibile dato il carisma da leader mostrato in campo, di iniziare il viaggio da allenatore. Le prime esperienze, meno fortunate, sono quelle sulle panchine di Crotone, Chievo e dello stesso Palermo, in un’annata tutt’altro che semplice in cui il suo esonero segue quelli di Ballardini e De Zerbi, mentre lui lascia il posto a Diego Lopez e, infine, Bortoluzzi, con il quale a tre giornate dal termine del campionato viene sancita la retrocessione in B. Oggi il Palermo e i suoi tifosi ricominciano a sognare, non solo grazie all’acquisto da parte del City Football Group, ma anche al ritorno di Corini alla sua guida. Un tempo capitano e “Genio” in mezzo al campo, adesso allenatore ma anche simbolo di successi storici. Certi amori non finiscono, e quando ritornano possono regalare una gioia anche più grande.