Le carte da gioco sono ancora uno dei passatempi preferiti dagli italiani, anche per questo motivo ne esistono diverse varianti. A distanza di pochi chilometri nel nostro paese, infatti, cambia radicalmente la tipologia. Nella categoria di quelle più note rientrano sicuramente le carte siciliane, il cui mazzo è composto da 40 carte con il seme di tipo spagnolo. Questi tipi di carte sono caratterizzati da diverse decorazioni e da disegni che, con dei colori piuttosto accesi, colmano i vuoti lasciati tra i semi. Rispetto ad altre carte regionali, le dimensioni sono inferiori e le proporzioni sono evidentemente diverse, si avvicinano sensibilmente a quelle napoletane.
Con l’avvento del digitale, inoltre, i giochi di carte e tutte le loro varianti hanno raggiunto un numero di persone sempre più elevato. Questo non è un problema neanche per coloro che sono abituati alla loro versione fisica, tanto che, ricollegandoci alle carte napoletane, ad esempio, le regole dello scopone online, variante della Scopa, si basano su quelle della versione fisica. L’origine delle carte siciliane non è ancora stata definitivamente chiarita, ma molto probabilmente, considerando le somiglianze sotto diversi punti di vista, discendono dal Tarocco Siciliano. Rispetto ai Tarocchi, queste tipologie di carte perdono l’otto, il nove e il dieci, che vengono sostituite da figure medievali, come ad esempio la donna, il cavaliere e il re. I disegni citati precedentemente raffigurano prevalentemente figure umane, animali e diversi oggetti.
Le figure che contraddistinguono le carte siciliane sono intere e meno complesse rispetto ad altre. Le 40 carte sono suddivise in 4 semi diversi ed ogni seme si compone di 10 carte, tra cui i numeri che vanno dal 2 al 7, l’asso e le figure che rappresentano il Re, il cavallo e la donna. Ogni seme rappresenta una classe sociale differente. Le Coppe, ad esempio, rappresentano la classe sociale degli ecclesiastici, mentre le Spade sono riconducibili a quella dei nobili. I Bastoni richiamano alla classe sociale del popolo, inoltre sono caratterizzati da un paio di curiosità piuttosto interessanti. Una di queste è che nei mazzi di carte più antichi, il cavallo di bastoni era un richiamo alla figura di Garibaldi, l’eroe che unificò l’Italia. I Denari, invece, rappresentano la classe sociale della borghesia. Il re di Denari svolge un ruolo piuttosto particolare in molti giochi di carte, tra i quali rientra, ad esempio, il 7 e mezzo.
Non si può dire che la storia delle carte siciliane non sia stata neanche minimamente caratterizzata dall’influenza straniera, tanto che secondo diverse testimonianze il gioco delle carte è stato portato dagli Arabi, prima in Spagna e successivamente nel meridione d’Italia. Non è un caso che diversi simboli presenti sulle carte siciliane si riconducano alla cultura araba, come ad esempio la figura del cavallo, il cui colore, come da tradizione islamica, ricorda molto di più quello di un asino. In altri casi, i semi e le figure sembrano ispirarsi all’epoca medievale dei Paladini di Francia. Tra i giochi più noti che si svolgono con le carte siciliane, troviamo il Cucù, il 7 e Mezzo e il Piatto. Tra questi, il più conosciuto anche dalle nuove generazioni è certamente il secondo. Lo scopo del gioco, come racconta il nome stesso, è quello di raggiungere il valore del sette e mezzo attraverso le carte che si hanno in mano. Le figure, ovvero la donna, il cavallo e il re, valgono mezzo punto, mentre a quello d’oro viene assegnato un valore a scelta.