Una marcia per la Mufara, in centinaia contro l’osservatorio FlyEye

Redazione

Cronaca - La protesta delle associazioni ambientaliste

Una marcia per la Mufara, in centinaia contro l’osservatorio FlyEye
Oltre duecento partecipanti, arrivati da tutta a Sicilia

27 Aprile 2022 - 15:03

Si è tenuta alcuni giorni fa una marcia-escursione alla vetta della Mufara, in zona A nel Parco delle Madonie. La marcia è stata organizzata dal Cai Sicilia insieme a Legambiente, Wwf, Lipu, Italia Nostra, Gre, Rangers d’Italia con l’adesione di decine di associazioni ambientali e culturali. Gli oltre duecento partecipanti, arrivati da tutta a Sicilia, sono partiti dal Rifugio il Grifone a Piano Battaglia e, percorrendo il sentiero, sono arrivati in silenzio, nella faggeta più a sud d’Europa, candidata a patrimonio dell’umanità Unesco, con ancora un leggero innevamento dei sentieri, alla cima dove è stato individuato il luogo dell’eventuale costruzione di un osservatorio astronomico. Secondo gli ambientalisti: “Il progetto porterebbe in questo luogo, all’apice della conservazione ambientale, oltre 4.000 metri di cemento oltre ad una strada carrozzabile per arrivare con mezzi motorizzati in cima alla Mufara, a oltre 1.800 metri sul livello del mare.

Pietro Ciulla, Delegato regionale Wwf Italia e presidente Wwf Sicilia Nord Occidentale, ha voluto sottolineare che “verranno analizzate minuziosamente le carte e il progetto non appena resi disponibili dall’Ente Parco. L’argomento, particolarmente delicato, non vuole sottovalutare l’aspetto scientifico del progetto, ma occorre valutare l’effettivo utilizzo dello stesso quando già è presente un impianto attivo in zona. Questa pacifica, educata e pacata marcia delle associazioni ambientaliste, coese contro questa installazione, vuole sensibilizzare i cittadini e le istituzioni affinché non venga deturpato uno dei luoghi naturali che rappresenta quel che è rimasto dei preziosi ambienti ancora selvatici e ricchi di biodiversità che sono rimasti in Sicilia. Le riserve infatti sono nate per essere luoghi di conservazione e non di cementificazione. Vigileremo ed eventualmente prenderemo le opportune decisioni mirate a preservare tutti i luoghi protetti. Non si può, con la scusa della ricerca scientifica (che non è inerente alla istituzione del parco) costruire in zona A di parco. Si creerebbe un pericoloso precedente, letale per le nostre riserve”.

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