Vandali in azione nel Parco delle Madonie. Scritte di protesta contro la realizzazione di un osservatorio astronomico sono apparse sulla cartellonistica dell’Ente. Le scritte recitano “No Fly-Eye”, il nome del nuovissimo telescopio da 20 milioni di euro, che l’Agenzia Spaziale Europea ha deciso di installare su Monte Mufara. “Condanniamo con fermezza questi gravi atti vandalici che danneggiano il nostro parco – dice il presidente dell’Ente Parco delle Madonie, Angelo Merlino -. Da sempre siamo stati aperti al dialogo e al confronto con le associazioni, con i movimenti e con tutti i cittadini. La tutela del territorio è la nostra missione primaria: nulla che possa turbare l’habitat e il paesaggio del nostro Parco sarà mai tollerato. Nulla sorge nel nostro parco, specie nelle zone di massimo rispetto ambientale, senza aver esperito tutte le valutazioni necessarie”.
“Per questo tali atti precludono un sereno dialogo – aggiunge – e danneggiano entrambe le posizioni sull’argomento in questione. Non possiamo dialogare con i vandali che, oltre ad aver commesso un grave reato, chiudono le porte al confronto democratico. Atti vandalici che danneggiano anche l’immagine del popolo madonita onesto che, siamo certi, disapprova con altrettanta fermezza tali azioni. Ci conforta, infatti, sapere che unanime è stata la condanna. Ognuno di noi ha una responsabilità etica nei confronti del paesaggio e dell’ambiente e non possiamo permettere che un danno alla bellezza o al patrimonio di tutti passi inosservato con indifferenza e rassegnazione”, conclude Merlino.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Osservatorio astronomico di Isnello GAL Hassin Giuseppe Mogavero. “Ci sarà un motivo per cui l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha deciso di collocare in Sicilia e su Monte Mufara il telescopio – dice Mogavero -. Semplicemente perché è uno dei migliori siti osservativi astronomici d’Europa. Per svariati motivi che più volte sono stati rappresentati nel dettaglio. E gli osservatori astronomici non possono che essere collocati sulle cime di rilievi adatti. Spesso in aree protette. Non possono essere collocati a quote basse o nelle vallate. La maggior parte dei più importanti osservatori astronomici sono stati realizzati all’interno di parchi nazionali o aree protette”.
“Il più noto fra questi, per le proteste che sollevò da parte di ambientalisti e non solo, è l’Osservatorio di Mount Graham in Arizona (Mount Graham International Observatory), montagna sacra per gli Apache e zona di riproduzione di un particolare tipo di scoiattolo rosso. L’osservatorio ospita tre grandi telescopi tra cui il Large Binocular Telescope (LBT), dotato di due specchi da 8 metri di diametro e al cui utilizzo partecipa anche l’Italia, e il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT) da 1,80 di apertura. Da quando i telescopi sono stati installati non è stata osservata alcuna diminuzione nella popolazione di questi animali e quando ciò è avvenuto è stata causata da un incendio che ha devastato la montagna”.
“Gli altri grandi osservatori realizzati nell’ambito di zone protette sono l’Osservatorio di Mauna Kea (Hawaii), che ospita 4 dei più grandi telescopi esistenti e su cui verrà realizzato il Thirty Meter Telescope (TMT) da 30 metri di diametro, l’Osservatorio del Roque de los Muchachos, dove sono presenti ben 11 telescopi, nel Parco Nazionale della Caldera del Taburiente (isola di La Palma, Canarie) e l’Osservatorio Nazionale Argentino, nel Parco Nazionale El Leoncito, nella precordigliera argentina. Proprio sulla cima di Monte Mufara – conclude il presidente Mogavero – verrebbe collocato il telescopio dell’ESA, che diventerebbe non solo la stazione di arrivo della seggiovia, con migliaia di presenze di amanti degli sport invernali ma anche sede di un network di telescopi: oltre il Wide-field Mufara Telescope (WMT) del GAL Hassin, già collocato nel settembre 2020, anche il Fly Eye – Near Earth Object Survey TELescope (NEOSTEL) dell’ESA, polo astrofisico internazionale della Regione Siciliana”.