Il mitico calzolaio dei piloti va in pensione: Ciccio di Cefalù chiude bottega

Giorgio Vaiana

Cronaca - L'annuncio con un lungo post su Facebook

Il mitico calzolaio dei piloti va in pensione: Ciccio di Cefalù chiude bottega
A lui sono stati dedicati tanti riconoscimenti dalle case costruttrici, Ferrari e Porsche fra tutte

20 Gennaio 2022 - 11:55

Per tutti è Ciccio di Cefalù. All’anagrafe, in realtà, è Francesco Liberto. E lui è celebre per una cosa: fa le scarpe ai piloti di automobilismo. Ma nel vero senso della parola. Liberto, infatti, è un bravissimo calzolaio. Rimasto in attività fino a poco tempo fa, quando un principio di Parkinson lo ha costretto a posare ago e filo e godersi la meritata pensione. Tra i suoi clienti Lauda, Andretti, Giunti, Elford, Siffert, Vaccarella, Regazzoni, Ickx, Larousse, De Adamich, Vettel, Munari, Tognana, Pregliasco, Andruet, il grandissimo Schumacher e tanti altri. Ma le sue scarpe hanno conquistato anche star del cinema, manager e vip e non smettono di attrarre chi ama la commistione fra artigianato, qualità e design. A lui sono stati dedicati tanti riconoscimenti dalle case costruttrici, Ferrari e Porsche per citarne alcune. Non si contano poi i servizi a lui dedicati da parte di tv e riviste internazionali, tra queste la Bbc e TopGear. Indossando le sue scarpe i piloti di tutto il mondo hanno conquistato oltre 300 vittorie.

“Cari amici, dopo tanti anni sono costretto ad abbassare le serrande: è ormai tempo che io mi dedichi a me stesso, alla mia famiglia e alla mia salute”. Così scrive Liberto in un post sulla sua seguitissima pagina Facebook. Il negozio, che si trovava sul Lungomare è stato venduto. E presto ospiterà una nuova attività commerciale che nulla ha a che vedere con quello che faceva Liberto.

“E’ stato bello sentirmi al centro del mondo, incontrare così tante persone, avere clienti così fedeli e appassionati – scrive Liberto – Sento di dover ringraziare moltissime persone, così tante che mi è impossibile parlare di alcuni senza correre il rischio di dimenticare qualcun altro. Mi limiterò a citarne solo tre, e per ovvi motivi: Ignazio Giunti, Nanni Galli e Geki Russo, ovvero coloro grazie ai quali questa splendida avventura ha avuto inizio. Geki è volato in cielo troppo presto, pochi mesi dopo averlo conosciuto. Nanni è rimasto mio amico fino alla fine, per tantissimi anni, anche se ci siamo incontrati raramente una volta finita l’epopea della Targa Florio. Con Ignazio invece è stato diverso. Ignazio è stato colui che mi guidato nello studio della scarpa ideale, che facesse sentire i piloti a proprio agio, e anche se ci ha lasciati troppo presto e in modo così straziante, abbiamo avuto il tempo e il modo di rafforzare la nostra amicizia, che è stata profonda, sincera e disinteressata. Un’amicizia che dura ancora oggi attraverso i suoi famigliari, grazie all’incondizionata stima che mi lega alla famiglia Giunti. E poi, devo citare certamente Vic, senza la cui straordinaria vittoria alla Targa 68, che lui volle generosamente dedicarmi per quelle curiose scarpe asimmetriche realizzate in fretta e furia e consegnate poco prima del via, la mia fama presso gli altri piloti non sarebbe cresciuta tanto rapidamente”.

Per Ciccio Liberto, adesso, si apre una nuova parentesi di vita: “Sono un uomo felice perché ho realizzato il mio sogno: entrare a fra parte del mondo delle corse, quello che ho sempre amato – scrive – Conoscere e diventare amico di tanti piloti, diventare un fornitore della Scuderia Ferrari, e persino raggiungere una certa notorietà in tutto il mondo. Ricevere così tanti attestati di stima, interviste, riconoscimenti, premi, vedere le mie creazioni esposte in tanti prestigiosi musei, lavorare per Hollywood, recitare in una pubblicità della Porsche a me dedicata. Davvero oltre ogni aspettativa. E per dimostravi che non sono triste, ma anzi sono pronto a calarmi in nuove avventure, vi dirò che qualcosa sta nascendo, per consentire a tutti gli appassionati di oggi e di domani di conoscere la storia di un umile artigiano che un giorno inventò le scarpe da corsa. Perciò, restiamo in contatto. Vi voglio bene”.

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