Quattro lettere alla direzione generale dell’Asp di Palermo, rimaste tutte senza nessuna risposta. “Ma cosa deve fare un sindaco per avere il privilegio della considerazione da parte dell’Azienda Sanitari Provinciale di Palermo – borbotta Gandolfo Librizzi – ho iniziato a scrivere alla dottoressa Faraoni un anno fa. La prima lettera porta la data
del 16 ottobre 2020. Poi ci sono state le lettere del 17 dicembre, del 3 marzo e, per ultima, quella dell’8 settembre. A distanza di di due settimane da questa ultima richiesta di confronto per trovare una soluzione al degrado i cui versano i locali dell’ex ospedale, gli uffici della direzione generale non hanno ancora ritenuto degno d’interesse il contenuto delle mie segnalazioni che denunciano, con tanto di documentazione fotografica lo stato di abbandono e di pericolo in cui versano quei locali che sono di loro proprietà”.
“Di questo comportamento – scrive Librizzi nell’ultima lettera – mi dolgo e mi dispiaccio perché rappresenta un grave
dispregio dei rapporti Istituzionali. Noi siamo solo temporanei custodi di un bene collettivo e come tale, questo bene ex ospedaliero, appartiene alla comunità di Polizzi Generosa di cui chiedo con forza ogni assunzione di responsabilità per mantenerlo, anche per il rispetto di chi ne finanziò e sostenne la realizzazione dell’opera, fra tutti, il Cardinale
Mariano Rampolla del Tindaro”.
La struttura, adiacente ai locali comunali dove ha sede proprio l’ufficio del sindaco, si trova in stato di totale abbandono. Una recente ispezione della Polizia Municipale ne ha constatato il pericoloso stato dell’arte, suggerendo l’emissione di un’ordinanza di diffida per la messa in sicurezza dell’immobile e per eliminare gli inconvenienti igienico sanitari da parte della proprietà.
Per altro, parte dei locali della struttura, ospitano attualmente la Guardia medica e considerata la situazione gli uffici comunali stanno valutando l’ipotesi di “nuovi ed opportuni provvedimenti”, una formula che probabilmente indica la volontà di trasferirli in luogo più idoneo. L’ultima lettera dello scorso 8 settembre, è stata inviata per conoscenza anche al Prefetto Giuseppe Forlani. Nessuna replica da parte della direzione generale dell’ASP contattata dalla nostra redazione.
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