La chiesa Madre di Gangi apre le porte ai fedeli e ai visitatori per l’apertura della cripta in occasione dell’evento “Mors et vita duello conflixere mirando” previsto il prossimo 30 luglio alle ore 17. All’interno della cripta, chiamata comunemente “A Fossa di Parrini” sono custodite le spoglie dei sacerdoti imbalsamati. Una testimonianza unica del passato che arriva fino ai gironi nostri grazie alla perfetta conservazione dei corpi dei sacerdoti. Le sepolture, riservata ai dignitari ecclesiastici gangitani morti tra il 1728 e il 1872, sono 26 a cui si aggiungono le ultime due tombe scoperte. Per stato di conservazione sono simili a quelli esposti nelle Catacombe del convento dei frati Cappuccini di Palermo.
“È il primo appuntamento di un percorso culturale e di valorizzazione artistica che la nostra Parrocchia intende intraprendere – racconta Don Giuseppe Amato, parroco della chiesa Madre di Gangi -. La Cripta è prima di tutto un luogo di culto che custodisce la memoria di quei preti che hanno contribuito a costruire e far crescere l’identità del nostro popolo di Gangi, al quale i tanti visitatori giungono con rispetto. È un tassello di un itinerario artistico che sta prendendo corpo che darà maggiore risalto alle tante opere d’arte che la nostra Chiesa Madre contiene e che vedrà la luce nei prossimi mesi. Ringrazio la competente consulenza, e lo studio fatto negli anni da Dario Piombino-Mascali e da Selima Giuliano, che ha permesso di instaurare una sinergia con l’Amministrazione comunale di Gangi e con il sindaco Francesco Migliazzo. Un ringraziamento va a tutti i miei collaboratori e al Direttore artistico Giuseppe Inguaggiato della TraArt restauri che con passione e impegno si sono dedicati alla realizzazione di questo progetto. Infine, vorrei sottolineare l’incoraggiamento del nostro Vescovo di Cefalù monsignor Giuseppe Marciante che ha sempre visto in queste iniziative un’occasione di crescita per tutto il nostro territorio”.
La Cripta dei Preti, che si trova nei sotterranei della parrocchia di San Nicolò, è un luogo di inestimabile valore, un patrimonio di informazioni unico nel suo genere, di cui la comunità gangitana ha grandissima cura. Sono state scoperte due nuove tombe: si tratta di una bimba e una donna gangitana. Entrambe le tombe vanno ad arricchire il percorso già esistente, che per l’occasione sarà visitabile in un nuovo itinerario studiato ad hoc per i visitatori. Sotto la chiesa Madre adesso sarà possibile ammirare lo stato di conservazione di 28 sepolture che raccontano un pezzo della storia del borgo. Un itinerario artistico, religioso e culturale che arricchisce l’offerta culturale di Gangi e che offre un’opportunità in più per visitare il patrimonio ecclesiastico e la storia delle Madonie.
“Ringrazio l’assessore regionale ai Beni culturali per essere presente e per mostrare interesse verso il comune di Gangi, così come ringraziamo la Soprintendenza regionale per l’impegno profuso – spiega il primo cittadino Francesco Migliazzo -. Un ringraziamento particolare va al lavoro svolto da Don Giuseppe Amato che ha permesso l’apertura della cripta e la possibilità di visitare questo angolo della chiesa madre. I ritrovamenti delle tombe arricchiscono dal punto di vista antropologico il già ricco patrimonio della parrocchia di San Nicolò e offrono al visitatore un percorso guidato nella storia di Gangi. Questa apertura aumenterà ancora di più la valorizzazione di tutto il patrimonio artistico e architettonico della nostra cittadina“. All’inaugurazione di venerdì saranno presenti il vescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante; Don Giuseppe Amato, parroco della chiesa Madre; il sindaco di Gangi Francesco Migliazzo; l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà e il soprintendente Selima Giuliano con gli interventi del docente della Pontificia Facoltà teologica in Sicilia Salvino Leone e Dario Piombino-Mascali ispettore delle mummie per la Regione Siciliana.