Poche risorse, protestano i sindaci siciliani: “Non approviamo i bilanci”

Redazione

Regione - Lentini (Mna): “Al loro fianco per restituire dignità ai Comuni”

Poche risorse, protestano i sindaci siciliani: “Non approviamo i bilanci”
I sindaci approveranno una delibera in cui spiegheranno le ragioni per cui non hanno formulato i bilanci

01 Giugno 2021 - 13:11

“Siamo al fianco dei sindaci siciliani in questa clamorosa ma necessaria protesta che ha l’unico obiettivo di rendere nuovamente capaci le amministrazioni locali di rispondere alle esigenze dei cittadini”, ad affermarlo è il capogruppo dei Popolari ed Autonomisti all’Ars Totò Lentini che manifesta così il totale appoggio degli autonomisti siciliani alla protesta epocale dei sindaci siciliani, decisi a incrociare le braccia e sospendere le procedure di approvazione del bilancio di previsione. I termini per l’approvazione dello strumento di programmazione per molti Comuni scadevano proprio ieri ma i sindaci siciliani sono irremovibili, decisi a portare avanti la protesta, fino a quando non otterranno risposte concrete dal Governo nazionale e da quello regionale.

“Chiediamo maggiori risorse per i Comuni dell’Isola e meno vincoli per garantire servizi essenziali ai cittadini – afferma il sindaco di Randazzo Francesco Sgroi – Bisogna restituire al bilancio di previsione la sua dignità di strumento di programmazione per pianificare investimenti nell’interesse delle comunità e di superare l’inadeguatezza degli strumenti legislativi esistenti sul piano della finanza locale, dei tributi locali e per la gestione delle crisi finanziarie degli enti locali”.

“Questa è una protesta che parte dal basso e che unisci trasversalmente tutti i sindaci siciliani”, spiega il primo cittadino di Randazzo Francesco Sgroi che, a nome dei colleghi, ha telefonato alla segreteria nazionale dell’Anci per chiedere un intervento istituzionale del presidente dell’Associazione Nazionale de Comuni Italiani.

“Il bilancio di previsione non è più lo strumento principe di programmazione. Un tempo si fondava sui trasferimenti dello Stato, mentre oggi le norme impongono ai Comuni di basarlo sulla riscossione dei tributi. Tributi che soprattutto oggi, in piena crisi economica dettata dal Covid, è difficile riscuotere. E se a questo aggiungiamo che non sappiamo mai quando riceveremo i trasferimenti per solidarietà ed investimenti da parte degli enti sovracomunali, è facile intuire come la sorte degli Enti locali sia scontata. Di conseguenza – dichiara con fermezza Sgroi – o il Governo nazionale riscuote i tributi, oppure trova insieme ai sindaci una soluzione. Noi chiediamo, oltre ad ottenere i trasferimenti nei tempi dovuti, che venga rivista la norma che ci costringe ad accantonare nel bilancio, e quindi non utilizzare, il fondo crediti di dubbia esigibilità, ovvero l’ammontare dei tributi che i cittadini non hanno pagato. Una norma capestro – conclude – che ci toglie liquidità”.

“A lungo insieme con Sgroi abbiamo riflettuto – aggiunge Nino Naso, sindaco di Paternò – poi abbiamo deciso di interessare l’Anci. La situazione per i Comuni è diventata insostenibile. E ricordatevi che i sindaci sono l’interfaccia fra le istituzioni ed i cittadini”.

“A giorni organizzeremo un’altra assemblea che si preannuncia ancora più partecipata. – spiega il segretario regionale dell’Anci, Mario Alvaro – La protesta arriva dopo alcuni tentativi di interlocuzione risultati vani. Forse perché il problema non è sentito in tutto il territorio nazionale. Il sud però ne soffre terribilmente ed è bene che se ne prenda atto, perché le attuali norme provocano nei Comuni un deficit strutturale che costringono i sindaci a dei tagli anche su settori importanti come la spesa sociale”.

I sindaci che aderiranno alla protesta adesso approveranno una delibera in cui spiegheranno le ragioni per cui non hanno formulato i bilanci. La stessa sarà poi inviata alla Corte dei Conti, agli organismi nazionali e regionali e sottoposta anche all’attenzione dei 9 prefetti dell’Isola. Al loro fianco si sono schierati anche i deputati regionali dei gruppi parlamentari della Lega Sicilia e di Fratelli d’Italia.

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