Emegono particolari inquietanti dai rapporti del Ris di Messina sull’omicidio della giovane Roberta Siragusa di Caccamo. La giovane, secondo i militari, sarebbe stata uccisa nel campo sportivo di Caccamo. Poi caricata in macchina e infine gettata nel dirupo la notte tra il 23 e 24 gennaio. Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri, Pietro Morreale, accusato dell’omicidio, era al campo sportivo insieme a Roberta. C’era parcheggiata la Fiat Punto. Nei pressi dell’impianto sportivo sono state trovate numerose tracce che dimostrerebbero che Roberta sia stata data alla fiamme.
Qui i militari hanno trovato pezzi di jeans, maglietta e un mazzo di chiavi, riconosciuti dai genitori di Roberta, bruciate e fusi assieme al terriccio e alla vegetazione del campo. Una conferma che il corpo dato alle fiamme era riverso per terra. Sono stati trovati capelli bruciati e altre particelle di materiale bruciate sul sedile posteriore dell’auto di Morreale. Roberta molto probabilmente morta e carbonizzata è stata caricata sull’autovettura dell’ex fidanzato e portata sul Monte San Calogero e poi gettata sulla parete scoscesa dove è stata ritrovata. E’ stata adagiata nel sedile posteriore. Le parti dei vestiti ritrovati (jeans e maglia) corrispondono per qualità merceologica e colore a quelli ritrovati addosso a Roberta nella zona del monte san Calogero. Da stabilire se il giovane di Caccamo sia stato aiutato da qualcuno.
Inoltre, nel lavandino della casa di Pietro Morreale al piano terra sono state trovate tracce ematiche riconducibili a Roberta Siragusa. Anche nel freno a mano dell’auto i militari hanno trovato tracce riconducibili a Roberta Siragusa. Nel campo sportivo infine sono state trovate parti di bottiglia contenete tracce di benzina. Stesse tracce trovate sui brandelli di vestiti, zip di cerniera e di reggiseno, tutti trovati al campo sportivo.