Riceviamo e pubblichiamo una nota scritta dal sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro, sull’attuale scenario politico regionale e al debutto ufficiale della “zona rossa” in tutta la provincia di Palermo.
“Dopo oltre un anno di pandemia la gente è stanca, avvilita, stressata, sfiduciata. Non ha più la forza di capire. Dopo oltre un anno di restrizioni l’economia vacilla. Dopo oltre un anno non possiamo permetterci di ritrovarci al punto di partenza, anzi peggio. I fatti di cronaca dei giorni scorsi, che hanno travolto la sanità siciliana, restituiscono sconforto e appesantiscono ulteriormente la condizione di sofferenza in cui versano i cittadini siciliani tutti, ciascuno a suo modo. Sono fatti gravi, sui quali la Magistratura continuerà ad indagare e farà il suo corso, ma che manifestano anche gravi responsabilità politiche e di governo.
In questo scenario così difficile, incide l’ultima ordinanza del Presidente della Regione Siciliana Musumeci che ha esteso la zona rossa a tutta la provincia di Palermo, fino al 22 aprile. Non condivido questa scelta nel merito e nel metodo, e lo dico fermamente da cittadino, da politico e da Sindaco. Temo che questa decisione sia l’ennesima dimostrazione che il Governo Regionale non ha il controllo della situazione epidemiologica. L’incertezza sui dati, il metodo di rilevazione, un sistema che più volte si è inceppato, sono tutti segnali preoccupanti. La sensazione diffusa è quella di vivere in uno stato di abbandono, costretti a subire scelte che non si comprendono. Non è ammissibile che i piccoli centri vengano gestiti allo stesso modo delle grandi città, come non è ammissibile che non ci sia un coordinamento con le autorità sanitarie locali e i Sindaci che vivono il territorio, perché hanno scelto di amministrarlo, e ne conoscono tutte le dinamiche sociali ed economiche.
A questo punto, occorre senso di responsabilità da parte di tutti. Ritengo che il Presidente Musumeci debba riferire in Assemblea Regionale, il nostro Parlamento, eletto da tutti i siciliani. Deve ammettere che qualcosa non ha funzionato, riconoscere che il problema è serio, aprirsi a tutte le forze politiche, spogliandosi dell’interim alla Sanità assunto e contribuire alla nomina di un commissario straordinario per l’Emergenza Covid, che sia una persona di alto profilo, con uno staff tecnico competente e preparato a fronteggiare questa crisi sanitaria e la campagna vaccinale. Allo stesso tempo, va nominato subito un Assessore alla Sanità che abbia un profilo tecnico: la scelta su tale personalità deve essere il frutto di una convergenza piena, raggiunta e condivisa da tutte le forze politiche presenti in Assemblea, che devono mostrarsi disponibili a collaborare costruttivamente.
In questo preciso momento, a mio avviso, occorre affiancare questo Governo, nonostante tutti i limiti che sta manifestando, affinché si recuperi il controllo della emergenza, suggerendo soluzioni concrete. Dobbiamo restituire ai siciliani sicurezze, riferimenti certi e fiducia. Bisogna, quindi, lavorare a stretto contatto con i Sindaci, stabilire un coordinamento con i territori. Istituire un sistema di raccolta centralizzato ed efficiente dei dati. Organizzare una gestione efficiente dei servizi essenziali per i soggetti positivi, penso alla raccolta dei rifiuti speciali, per esempio. Insomma, potenziare il sistema sanitario di prossimità, valorizzando tutte quelle strutture territoriali importanti, per le quali, fino ad ora, si era solo discusso di chiusure. Penso, ad esempio, per quanto ci riguarda sulle Madonie, all’Ospedale di Petralia. Perché non impegnarsi affinché diventi un polo di riferimento nel campo della virologia, che possa lavorare a fianco di altri poli di eccellenza come l’Istituto Spallanzani? Perchè non poter immaginare di creare qui da noi, nel nostro territorio incontaminato, un centro di ricerca e studio di malattie rare e anche di quelle connesse al virus? Dopo un anno, come e quanto si è deciso di investire sulla sanità in Sicilia? Esistono progetti, programmi di investimento? Se non si è ancora fatto, adoperiamoci per farlo! Elaboriamo proposte concrete, fattibili, ora più che mai necessarie.
Credo che adesso occorra dimostrarsi maturi, seri e concreti nei confronti dei siciliani che hanno paura, che non sopportano più questa condizione, che si sentono smarriti e abbandonati a loro stessi, che vorrebbero un governo e una politica responsabile. Non è il tempo delle elezioni, questo e non potrebbe esserlo. È tempo di proposte concrete per uscire dalla palude”.