Cronaca

Sindaci e istituzioni si mobilitano: “No ai rifiuti nucleari sulle Madonie”

“No al deposito di scorie nucleari nelle Madonie”. Unanime la voce delle Istituzioni madonite che affermano la propria contrarietà e il proprio disappunto schierandosi al fianco dei sindaci dei comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana nel cui territorio ricade l’area di “Vicaretto” inserita nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) per accogliere un deposito di tipo superficiale per la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività.

“Una scelta che entra in contraddizione con gli stessi criteri posti alla base dell’individuazione delle aree eleggibili – spiegano i sindaci -. Leggendo, infatti, il rapporto pubblicato dalla Sogin (società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti delle vecchie centrali nucleari) si scopre che uno dei criteri principali da tenere in considerazione è la vicinanza ad aree di parco o a luoghi di interesse naturalistico. É innegabile e tutti dovrebbero saperlo che nelle Madonie da anni esiste un Parco regionale che fa parte del circuito dell’European Geopark e conserva nella propria area oltre il 50 per cento del patrimonio di biodiversità presente nell’intero Mediterraneo. Una situazione quindi che ci lascia perplessi perché non vogliamo credere che ci possa essere qualcuno che vuole cancellare queste valenze ambientali stratificatesi e custodite attivamente in secoli di storia”.

“In ogni caso noi non lo consentiremo – aggiungono -. Le Madonie non possono vedere cancellati decenni di politiche orientate alla sostenibilità ambientale prima ed all’economia circolare dopo. Le Madonie in questi anni hanno fatto scelte diverse e si sono date strategie che vanno in direzione opposta a quanto contenuto nella Cnapi. Strategie che sono state approvate e condivise dagli organi nazionali e regionali, ivi compresi i due ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente che hanno approvato la carta nazionali; azioni che sono state inserite del documento d’Area “Madonie Resilienti: laboratorio di futuro” e trasferite nell’Accordo di Programma Quadro Madonie”.

“Come istituzioni democraticamente elette non possiamo accettare scelte calate dall’alto su argomenti così complessi e delicati che impegnano i territori per decenni – continuano i sindaci delle Madonie -. Un deposito di tipo superficiale dovrà mantenere la propria attività almeno per 50 anni. Per questo motivo, a partire dalle prossime ore, daremo vita ad un coordinamento istituzionale permanente che vedrà la partecipazione attiva di tutti gli organi istituzionali e non solo presenti nel territorio che avrà il compito di programmare e coordinare ogni azione che sarà ritenuta necessaria ed utile al fine di scongiurare questa scelta delittuosa e sciagurata, ad iniziare dalla necessità di formulare le nostre osservazioni alle proposte tecniche avanzate dalla Sogin entro i 60 giorni dall’avvio della consultazione pubblica e quindi entro il prossimo 6 marzo”.

Il documento è firmato dal Vescovo di Cefalù Monsignor Giuseppe Marciante, che nei prossimi giorni interverrà personalmente sulla problematica e dai Sindaci e i Presidenti dei Consigli Comunali dei comuni di: Aliminusa, Alimena, Bompietro, Blufi, Caccamo, Caltavuturo, Campofelice, Castelbuono, Castellana Sicula, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, Resuttano, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni, Valledolmo e Villalba.

A sottoscrivere il documento anche il Presidente dell’Unione Madonie; il Presidente dell’Ente Parco delle Madonie; il Presidente della SO.SVI.MA. Spa – Agenzia di Sviluppo delle Madonie; il Presidente del Gal ISC Madonie; il Presidente della Rete Scolastica Madonie; il Presidente della DMO “Madonie e Targa Florio”.

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