Contrariamente alle indicazioni dell’Assemblea Regionale Siciliana, il Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) redatto per il 2021-2023 non contiene alcuna indicazione circa l’istituzione delle Zone Franche Montane di Sicilia. Per il comitato promotore delle Zfm: “è inaccettabile l’indifferenza del governo che non ha rispettato la volontà politica dell’Ars”. Accade alla vigilia dell’audizione del Comitato in Commissione Finanze e Tesoro al Senato, prevista il 28 luglio prossimo.
Il 17 dicembre 2019 l’Assemblea Regionale Siciliana approvava all’unanimità la prima norma di prospettiva della propria storia, ovvero le “disposizioni concernenti l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia”. Per la cronaca, gli scranni di Sala d’Ercole, assegnati al presidente e al vice presidente della Regione sono rimasti vuoti.
Le Zone Franche Montane costituiscono una misura di politica economica indispensabile per il rilancio delle zone interne dell’isola che nel tempo subiscono un devastante processo di desertificazione umana ed imprenditoriale.
Il governo regionale avrebbe dovuto indicarle chiaramente nel “documento di programmazione economia e finanze regionale 2021-2023”. Questo è infatti il primo documento politico della Giunta dopo l’approvazione della Legge voto.
Eppure nel Defr 2021-2023 (decontestualizzato e sostanzialmente difforme alle norme del Dlgs 118/11) non vi è traccia dell’unanime volontà politica espressa dalla deputazione regionale.
“Vogliamo sperare che si tratti di un refuso di stampa – dichiara Vincenzo Lapunzina coordinatore regionale del Comitato pro ZFM in Sicilia – auspichiamo che il documento, approvato lo scorso 1 luglio, ritorni nella prossima Giunta per una sostanziale integrazione inerente le Zfm, alla stregua delle Zone Economiche Speciali, (destinate a produrre benefici esclusivamente ad imprenditori dotati di ingenti risorse economiche da investire), per le quali il governo Musumeci si è reso fin da subito disponibile a concedere “un credito d’imposta aggiuntivo alle imprese che verranno ad investire nelle due Zes siciliane”, istituendo di fatto le “super Zes”. Se così non fosse l’assessore Armao, mentore del comitato promotore ai tempi del Governo Crocetta (“le Zfm si devono fare domani mattina”), dovrebbe farsi da parte, per rispetto dell’Ars, delle 133 comunità resilienti interessate e delle oltre 50 mila piccole imprese che si aspettavano un segnale di attenzione da parte del governo regionale e che stentano quotidianamente ad andare avanti. L’atteggiamento di indifferenza da parte del governo è inaccettabile, anche rispetto all’apprezzamento trasversale espresso dal Parlamento italiano (sia Camera dei Deputati che Senato della Repubblica) sul lavoro espletato dall’Ars”.
Il prossimo 28 luglio una rappresentanza del comitato e il professore Riccardo Compagnino, saranno auditi dall’Ufficio di presidenza della Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ARS MICCICHE’
“Comprendo la preoccupazione di Vincenzo Lapunzina, coordinatore regionale del Comitato pro Zone franche montane in Sicilia, per l’assenza, nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) redatto per il 2021-2023, di alcuna indicazione circa l’istituzione delle Zfn dell’isola”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. “L’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia – aggiunge – è indispensabile se vogliamo evitare che le aree interne dell’Isola rimangano completamente deserte e prive di ogni attività imprenditoriale. Ricordo che l’Assemblea regionale siciliana lo scorso mese di dicembre ha approvato un’apposita legge-voto, trasmessa al Parlamento nazionale che ha iniziato il suo percorso in Senato. Pertanto, – conclude Miccichè – invito il governo regionale ad inserire le Zfm nel Documento economico finanziario regionale al fine dì prevederne le specifiche ricadute sul piano macro-economico”.