Cronaca

La celebrazione dello Spirito Santo a Gangi durante l’anno della pandemia

Non ci sono assenze per un popolo che custodisce. La memoria è il tesoro delle comunità e anche l’anno della pandemia diventa possibilità. Così si è tenuta la giornata dedicata allo Spirito Santo a Gangi. Un sagrato con un volto nuovo. Solennità di un rito che si ripete sempre uguale da secoli, e che viene riadattato ma non perde il fascino dell’imponenza, della presenza.  Quattrocento sedie in ordine, le distanze assicurate, i dispenser con il disinfettante all’ingresso, i cordoni per far defluire i fedeli. Numerosi anche i pellegrini che sono giunti al Santuario dai paesi limitrofi.

Siamo tutti pellegrini dopo la quarantena, di cammini che ci sembravano conosciuti, battuti e non degni di attenzione. Ed è proprio invece l’attenzione all’essenziale, così come ribadito più volte dai due parroci Don Pino Vacca e Don Saverio Martina, ad aver riportato la centralità della festa nella preghiera. Il messaggio delle Confraternite di Gangi, le protagoniste della Solenne Processione che quest’anno non si è svolta, affidato al social e conclusivo della giornata, riassume il sentimento vivo di coloro i quali si sono recati numerosi ma sempre ordinati, rispettosi del vicino di sedia, del compagno di fila, dalle prime ore del mattino fino a sera, al Santuario.
Come ogni anno. Il vestito nuovo, la passeggiata lungo la via che porta i Santi in Processione, i bambini che si rincorrono.

Non ci sono assenze per un popolo che vive un sentimento che nasce con esso e si celebra nell’appartenenza.
“In questo giorno di festa, siamo abituati a partecipare ai “Miraculi di Santi” oggi nonostante tutte le restrizioni assistiamo ad un altro grande miracolo, quello della fede”

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