Decreto Rilancio, fondo di sostegno alle attività economiche delle Madonie

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Decreto Rilancio, fondo di sostegno alle attività economiche delle Madonie
Interrogazione dei 5S che chiedono un innalzamento quantitativo e qualitativo dei servizi essenziali nelle zone economicamente depresse siciliane

24 Maggio 2020 - 11:05

Con il decreto Rilancio è “stato incrementato il Fondo di sostegno alle attività economiche nelle aree interne, di 60 milioni per l’anno 2020, 30 milioni per il 2021 e di 30 milioni per il 2022, al fine di consentire a questi Comuni di far fronte alle maggiori necessità di sostegno del settore artigianale e commerciale, a seguito dell’epidemia da Covid-19. Per questi motivi abbiamo chiesto al ministro per il Sud, con una interrogazione, di puntare ad un innalzamento quantitativo e qualitativo dei servizi essenziali nelle zone economicamente depresse delle province siciliane, senza escludere nessuno e col fine di innescare nuovi percorsi di crescita e di sviluppo”.

Lo dichiarano i parlamentari siciliani del Movimento 5 Stelle Roberta Alaimo, prima firmataria dell’interrogazione, Giuseppe Chiazzese, Valentina D’Orso, Vita Martinciglio, Andrea Giarrizzo, Vittoria Casa e Caterina Licatini. “Dal 2012 infatti è stata avviata la costruzione di una Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne, – aggiungono – con il duplice obiettivo di adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità e di promuovere progetti di sviluppo che valorizzino il patrimonio naturale e culturale di queste aree. In Sicilia sono state individuate cinque Aree Interne: Terre Sicane, Calatino, Nebrodi, Madonie, Simeto Etna. Ma alcuni Comuni – proseguono – sono stati esclusi anche se sono confinanti con le Terre Sicane e, viste alcune caratteristiche come la distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali, le difficili condizioni delle strade e per il fatto di essere zone economicamente depresse, potrebbero essere inserite in una nuova Area Interna. Adesso è necessario intervenire in quelle aree particolarmente critiche del nostro territorio, ingiustamente escluse dalla Strategia nazionale aree interne”.

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