Si è tenuto ieri un vertice all’assessorato al Lavoro della Regione siciliana sulle aziende dell’ex indotto Fiat di Termini Imerese. Al centro del faccia a faccia tra l’assessore al ramo, Antonio Scavone, le organizzazioni sindacali e il comitato dei sindaci del comprensorio, proprio il riconoscimento degli ammortizzatori sociali per un bacino di 120 dipendenti che rischiano di restare esclusi da ogni tutela. Si tratta degli operai della Bienne Sud, per i quali gli ammortizzatori sono l’unica alternativa alla Naspi in scadenza il prossimo aprile e delle tute blu della Manital Ssa Servizi, a cui la Naspi è scaduta lo scorso 31 dicembre.
Per loro le parti sociali chiedono l’utilizzo di risorse residue in modo da garantire la copertura delle tutele per l’intero anno. “Il ministro del Lavoro ha comunicato alla Regione siciliana la disponibilità di 41 milioni di euro – spiega all’Adnkronos il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini, presente all’incontro – Si tratta di risorse residue che possono adesso essere utilizzate per le tante vertenze aperte”. Una boccata d’ossigeno per circa 7mila lavoratori. “Al tavolo abbiamo chiesto insieme ai sindacati – prosegue il primo cittadino – che almeno due milioni di quelle risorse siano destinate alle aree di crisi complessa, ossia Termini Imerese e Gela”. Un’exit strategy per cui occorre il via libera di Inps e ministero del Lavoro.
“Il 12 febbraio è in programma un incontro con il ministro Catalfo a Roma – ha concluso Rini – C’è la massima attenzione su questa vicenda ed è necessario che all’incontro romano siano presenti tutte le parti in causa. Per la vertenza Blutec tanto è stato fatto, ma tanto ancora resta da fare, occorre capire come tutelare i lavoratori dell’indotto dopo il via libera alla Cig per quelli dell’ex stabilimento Fiat”.
“Abbiamo incontrato l’assessore Scavone per discutere della tutela degli ammortizzatori sociali per alcuni lavoratori rimasti fuori – spiega all’Adnkronos il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone -, si tratta di lavoratori che pur facendo parte dell’area di crisi complessa, a differenza di tutti gli altri sono rimasti esclusi dalle tutele. Chiediamo che due dei 41 milioni destinati alla Regione e residui di vecchi ammortizzatori siano destinati a questi operai in attesa che finalmente si creino le condizioni per reindustrializzare l’area di Termini Imerese”.