Oggi la Cephaledium non si è presentata al “Valentino Mazzola” di San Cataldo per disputare la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia Eccellenza, perdendo così la gara a tavolino e consegnando il passaggio del turno alla Sancataldese.

Ma non è solo questa la brutta notizia. In realtà ce n’è una peggiore, ventilata già da qualche giorno e che sembra trovare la sua conferma nella rinuncia di oggi. La Cephaledium è ormai ad un passo dall’abbandonare il campionato, scrivendo così l’ennesima pagina nera di una società funestata da ripetuti fallimenti.

L’esperimento di Barranco, avviato solo un’anno fa con la vittoria del campionato di Promozione, sembra arrivato al capolinea. All’inizio della stagione il presidente coltivava grandi sogni, parlava spesso del sogno della serie C, ma nel giro di pochi mesi ha dovuto fare i conti con la realtà. Fare calcio costa, costa molto, per questo occorre un’adeguata programmazione ed una solida struttura societaria fin dai nastri di partenza.

“Ci hanno lasciati soli” ha ripetuto in questi giorni Giuseppe Barranco scagliandosi non si sa bene contro chi, forse contro gli imprenditori della città, forse contro la politica. Di certo ha puntato il dito contro i molti giocatori che nelle scorse settimane hanno abbandonato la Cephaledium, scoraggiati da prospettive nebulose. Adesso sembra questione di ore, di giorni forse, ma la strada appare tracciata: addio ad un campionato ancora troppo lungo e costoso da onorare e, forse, ripartenza l’anno prossimo dalla Promozione.

Se ieri il “guanto di sfida” imprudentemente lanciato al Palermo da Barranco faceva sorridere oggi attorno all’epilogo di questa breve storia c’è solo tanta amarezza.