“Le Madonie sono un area particolarmente fragile, che nel tempo ha subito un processo di marginalizzazione e declino demografico e le cui significative potenzialità di ricchezza naturale, paesaggistica e di saper fare vanno recuperate e valorizzate con politiche integrate sul lato dello sviluppo economico e su quello dell’adeguatezza dei servizi alle comunità”, a dichiararlo sono i sindaci del’Unione Madonie.
“Per farlo servono politiche ed interventi orientati ai territori, in grado di saperne leggere le esigenze e di modulare strumenti operativi che sappiano affrontarle e risolverle”, continuano gli amministratori. In questa direzione vanno gli interventi inseriti nel documento di strategia “Madonie Resilienti: laboratorio di futuro” elaborato dall’area nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne. Documento di strategia approvato con la Delibera di Giunta Regionale numero 172 del 21 aprile 2017 che ha consentito di passare all’elaborazione dell’APQ Madonie sottoscritto in data il 5 Luglio 2018. A distanza di oltre un anno e nonostante gli sforzi di elaborazione compiuti dall’Unione in termini di predisposizione dei progetti esecutivi e cantierabili, nessun decreto di finanziamento è ancora pervenuto e nessun cantiere si è potuto aprire.
“Così come abbiamo scritto nel documento di strategia – continuano dall’Unione Madonie – le sole azioni Snai se non sostenute ed affiancate da adeguate misure di contesto rischiano di non essere bastevoli. Risulta quindi esiziale per il processo di inversione di tendenza demografica, l’approvazione e l’applicazione da parte dell’Assemblea regionale Siciliana della “Legge sulle montagne” che istituirà le Zone Franche Montane (Zfm). Strumento fondamentale che consentirebbe di concedere specifiche agevolazioni fiscali alle attività economiche esistenti ed alle nuove che si verrebbero ad insediare riconoscendo il ruolo fondamentale svolto dalle Aree Interne e Montane della Sicilia in tema di tutela attiva del territorio e di salvaguardia del patrimonio di biodiversità”.
Nello specifico si tratterebbe dell’esonero del versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente e l’esenzione: ai fini delle imposte dirette, del reddito prodotto all’interno della zona franca; ai fini Irap, del valore della produzione netta derivante dallo svolgimento dell’attività esercitata dall’impresa nella Zfm; dell’Imu, per gli immobili siti nella Zfm, posseduti ed utilizzati per l’esercizio dell’attività economica.
In questo scenario di contesto, si colloca l’ulteriore iniziativa prodotta dall’Unione con il fondamentale supporto tecnico della Sosvima – Agenzia di sviluppo delle Madonie, che, dopo diversi incontri ed elaborazioni che hanno impegnato sindaci ed amministratori per tutto il mese di agosto e coinvolto numerosi operatori economici, ha consentito di raccogliere l’avviso emanato dal Dirigente generale dell’Assessorato regionale delle Attività Produttive e pubblicato sul sito del relativo Dipartimento regionale delle Attività Produttive il 9 agosto 2019, finalizzato alla presentazione di domande di candidatura delle aree, ricadenti nel territorio di competenza, per l’inserimento nelle perimetrazioni definite dai Piani di Sviluppo Strategici delle Zone Economiche Speciali “Sicilia Occidentale” e “Sicilia Orientale”.
L’Unione “Madonie ha avviato una fase di ricognizione propedeutica all’individuazione delle aree in possesso dei requisiti specifici previsti dall’Avviso da candidare alla perimetrazione e dopo diversi incontri, d’intesa con i sindaci coinvolti, ha presentato il 9 settembre scorso, le 5 aree Zes candidate che coprono i tre sub ambiti nei quali è stato suddiviso il territorio e segnatamente: Alte Madonie, area artigianale di Gangi che si sviluppa in tre siti produttivi (contrada Acquanova, San Biagio e Piano Ospedale), copre un’area che conta 42 imprese insediate; area artigianale di Petralia Soprana che si sviluppa attorno al bivio di Madonuzza, su un’area che conta 121 imprese insediate; Basse Madonie, area artigianale di Castelbuono che si sviluppa in contrada Santa Lucia, zona omogenee D1 e D2 su un’area che conta 8 imprese insediate; area artigianale di Lascari che si sviluppa in contrada Piana Romana, su un’area che conta 6 imprese insediate; Madonie-Himerese, area artigianale di Caltavuturo che si sviluppa in contrada Cammarella, su un’area che conta 7 imprese insediate.
“Gli enormi sforzi – aggiungono ancora dall’Unione – fin qui compiuti non possono rimanere ancora inascoltati, l’intero territorio chiede risposte certe e rapide in risposta sia alle progettualità presentate nell’ambito della Snai che alle cosiddette azioni di contesto”.
In questo senso, il Presidente dell’Unione Pietro Macaluso ha chiesto alla III° Commissione Attività Produttive dell’Ars, un’audizione urgente per tornare a sollecitare l’approvazione del disegno di legge sulle Zfm e la sua rapida attuazione, lo sblocco dei decreti relativi alle progettualità elaborate nell’ambito della Snai ed infine il riconoscimento delle cinque aree Zes.