“Se c’è la volontà politica, tra un mese e mezzo circa la discussione potrebbe arrivare in aula”. La tempistica dettata dal deputato all’Ars del M5s Sergio Tancredi riguarda la Legge obiettivo per l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia. Un’istanza che il comitato promotore sta portando avanti da oltre 1610 giorni. “Adesso abbiamo montato questa tenda per sensibilizzare la deputazione e il governo regionale sull’approvazione e la smonteremo solo quando dall’Ars avremo delle garanzie”, dicono dal comitato che, da cinque giorni, ha dato vita a un presidio permanente di protesta in piazza Europa a Castellana Sicula.
“La proposta di Legge sulle zone franche – spiega Riccardo Compagnino, esperto di finanza pubblica – ha lo scopo di agevolare lo sviluppo di un territorio che subisce un degrado economico consolidato e uno spopolamento costante”. Una condizione che non riguarda solo la zona delle Madonie ma circa 145 Comuni disseminati in tutta l’isola. “Le zone interne della Sicilia – fa notare – sono arrivate al capolinea. L’esempio da seguire è quello di Livigno (in provincia di Sondrio, in Lombardia, ndr) che è un Comune esente da Iva. Se è già accaduto altrove, questo significa che può accadere anche qui. Non si sta chiedendo un favore a nessuno, perché non si tratta di aiuti di Stato – precisa Compagnino – ma si sta cercando di ricordare che esiste uno Statuto che non è ancora stato attuato in Sicilia”.
La protesta del comitato, che va avanti oramai da cinque giorni, mira a riportare l’attenzione della politica regionale su territori dell’isola che sono rimasti estraniati dal contesto economico e sociale. Secondo il comitato le Zone Franche Montane, per circa 145 Comuni siciliani sarebbero l’unica salvezza. “È un problema di scelte politiche – dice l’onorevole Tancredi – Queste agevolazioni sarebbero l’unica soluzione per evitare lo svuotamento di questi territori delle zone interne che sono portatori di identità, tradizioni e capacità imprenditoriali”. Aree dell’isola che, invece, rischiano di diventare un deserto: “Siamo a un punto di non ritorno: bisogna che la Sicilia richieda ciò che le spetta e che non le è mai stato riconosciuto per miopia politica”, chiosa Tancredi.
Le botteghe chiudono, le famiglie si trasferiscono, i giovani pensano a costruire il proprio futuro altrove. Ma adesso, finalmente, sembra che qualcosa si stia muovendo. Il presidente della Commissione Attività produttive all’Ars Orazio Ragusa sta calendarizzando, di concerto con presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, una seduta a Castellana Sicula. A tal proposito, il comitato ha chiesto al presidente Ragusa di convocare la Commissione nell’aula consiliare del Comune.
“Questo è l’ultimo treno che passa per i nostri territori – afferma il sindaco di Polizzi Generosa Pino Lo Verde – in cui ogni giorno dobbiamo affrontare la missione impossibile di fare in modo che non diventino il deserto assoluto”. Il comitato fa appello agli amministratori locali a dare la propria disponibilità a presidiare la postazione per portare avanti una progettualità comune e vitale per lo sviluppo delle aree interne della Sicilia. Intanto si alza una voce fuori dal coro: Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana e presidente dell’Unione dei Comuni delle Madonie che, al momento, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione in merito all’argomento e all’azione dei rappresentanti del comitato.