L’ex sindaco di Cefalù ed ex sottosegretario ai trasporti Simona Vicari dovrà restituire al comune di Cefalù 218 mila euro. Si conclude così il processo d’appello davanti ai giudici della prima sezione civile del tribunale di Palermo che hanno condannato l’ex sindaco della cittadina normanna a restituire quanto avrebbe indebitamente percepito dall’amministrazione comunale. Sotto esame il periodo in cui la Vicari avrebbe cumulato i rimborsi delle indennità di carica e poi di funzione come prima cittadina (da dicembre 1997 a giugno 2002) e come deputata all’Ars tra le fila di Forza Italia.
Alla condanna di primo grado emessa a novembre del 2014 l’ex deputata, assistita dall’avvocato Riccardo Mancuso Lo Sardo, aveva presentato ricorso facendo leva su alcuni presunti problemi tecnici e un difetto di notifica della sentenza inviata tramite Pec. “Sia il messaggio di posta elettronica che la relazione di notifica – scrivono però i giudici – contengono tute le indicazioni previste. In particolare è stata prodotta la relazione di notificazione redatta su documento informatico separati, sottoscritto con firma digitale e allegato al messaggio”.
“La vicenda non può dirsi definitivamente risolta e men che mai chiarita. La corte d’appello – ha dichiarato Simona Vicari – non è entrata nel merito della controversia e ha rigettato l’appello perché sarebbe stato presentato fuori termine. Un errore procedurale che non mi ha dato la possibilità di far valere le mie ragioni. Pertanto non parlerei di alcuna ‘vittoria’ della controparte. Valuteremo, nei prossimi giorni, come far valere le nostre motivazioni nei confronti della sentenza di primo grado”.