La costruzione di una nuova infrastruttura e la salvaguardia del patrimonio culturale ed ambientale. Sarà questo il tema al centro della tavola rotonda “I rinvenimenti archeologici di Himera”, che oggi si terrà al Real Albergo dei Poveri di corso Calatafimi, a Palermo. Un’occasione per ripercorrere la storia degli scavi che hanno portato al ritrovamento di oltre 20mila reperti durante i lavori per il raddoppio ferroviario della linea che collega Palermo a Messina. Con la variante di Himera del raddoppio del tratto Fiumetorto – Cefalù (Ogliastrillo) non solo si è evitato di danneggiare l’area archeologica dell’antica colonia greca, ma si sono potuti ritrovare e catalogare un enorme numero di reperti di grande valore storico e culturale.
Nell’ambito del raddoppio della ferrovia Palermo-Messina, il tratto Fiumetorto-Cefalù, infatti, interferiva con l’area archeologica di Himera, antica colonia greca edificata sulla sponda sinistra dell’omonimo fiume. La progettazione del raddoppio, previsto in un primo tempo in affiancamento alla linea esistente, risultò problematica perché la ferrovia da raddoppiare passava a fianco del Tempio della Vittoria. Fu necessario, allora, progettare il nuovo tracciato in variante avvicinandolo al mare. In collaborazione con la Soprintendenza di Palermo è stata messa in atto una campagna archeologica di documentazione e catalogazione, prima della costruzione del rilevato, per una larghezza di 25 metri per 700 di lunghezza, con il recupero di oltre 20.000 reperti.
L’investimento di Rfi è stato di 17 milioni di euro. Il Cifi (Collegio ingegneri ferroviari italiani), che ha seguito con due visite al cantiere questi straordinari ritrovamenti, insieme alla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo ha organizzato il convegno con il patrocinio dell’Ordine degli ingegneri di Palermo e in collaborazione con Rfi, Italferr e Cefalù20.