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Addio Eccellenza, a Gangi si riparte con due squadre

Acquedolci – Asd Gangi 2-0

Marcatori: st 32′ Iuculano, 47′ Cariolo

Acquedolci: Chiaramoente, Badalamenti, Aiello, Naro, Galati, Frisenda (28′ st Bontempo), Di Pietro, Calafiore, Cariolo, Gullà (18′ st Collura), Iuculano. A disp.: De Francesco, Sirna, Siragusa, Alessandro, Mercurio, Di Marco. All.: Perdicucci

Asd Gangi: Zummo, Bencivinni, Graziano (33′ st Butera), Manetta (33′ st Attinasi) Trapani (43′ st Cipolla), Gaglio, Venuti, Martino, Di Miceli, Dalì, Tarantino. A disp.: Savasta, Bevacqua, Dino, Barreca, Galletto, Serio. All.: Perricone

Arbitro: Testaì di Catania

Finiscono ad Acquedolci i sogni di gloria dell’Asd Gangi, protagonista di una straordinaria cavalcata iniziata con quasi due mesi di ritardo rispetto al – pessimo – inizio di campionato, che aveva portato in dote ai ragazzi di mister Perricone 5 sconfitte ed una sola vittoria. Poi il mister Palermitano è riuscito a convincere la dirigenza locale a stravolgere l’organico per giungere, se non altro, ad una serena salvezza. Anche se, nel cuore del tecnico c’era già l’idea di tentare una folle rincorsa alla zona play off.

Così sono arrivati alla corte “bianco giallo rossa” giocatori del calibro di Martino, Tarantino, Gaglio, Di Miceli, Zummo che, affiancandosi a Trapani, Mar, Butera, D’Alì, hanno letteralmente capovolto la prospettiva dell’Asd Gangi: da squadra materasso a compagine dotata del più forte organico del campionato, seconda – forse – solo alla Cephaledium.

Ovviamente i risultati sono arrivati, fino a spingere la squadra alla meritata finale play off giocata ieri e giocata bene, davvero bene dall’Asd Gangi. Ma talvolta nel calcio il risultato può non rispecchiare i valori espressi in campo.
La partita in gran parte la fanno i madoniti, abili a tenere alto il baricentro della squadra, mantenere un lungo possesso di palla e pungere sulle fasce laterali. Questo il copione del primo tempo che vede il Gangi costruire e l’Acquedolci faticare per mantenere in equilibrio il risultato. Ma dal quarto d’ora della ripresa la partita
cambia registro, forse gli ospiti hanno dato troppo e viene fuori mano a mano la squadra locale.

Il primo a far suonare il campanello d’allarme nella panchina di mister Perricone è Iuculano che al 64′ in area sfiora il vantaggio. Poco dopo è lo stesso Iuculano che raccoglie la verticalizzazione di Bontempo e, con un preciso diagonale, batte Zummo.

Il vantaggio dei locali, ad un quarto d’ora dalla fine, cade come una tegola sulla testa dei madoniti, costretti adesso a segnare due gol per accedere allo spareggio. L’Acquedolci lo sa e tira i remi in barca. E’ ora di gestire il risultato. I ragazzi di Perdicucci lo fanno ed anche bene tanto da neutralizzare il forcing del Gangi e tentare anche qualche pericolosa ripartenza, come quella che al 90′ porta al rigore assegnato dall’arbitro a Collura per fallo in area di Gaglio. Calafiore dal dischetto tira ma Zummo respinge, il Gangi riparte ma il disperato tentativo degli ospiti viene subito fermato dai locali che in contropiede trovano il gol del definitivo 2-0 con Cariolo che spinge dentro il sacco l’assist di Iuculano.


COMMENTO

L’Eccellenza rimane un tabù per Gangi. La massima categoria regionale, abbandonata ormai più di 20 anni fa, in una tragica partita casalinga contro il Grotte, non è stata più raggiunta. Ci si è andati vicini per tre volte ma, come accaduto ieri, le varie società gangitane giunte ad un passo dall’agognata categoria, non sono riuscite a superare l’ostacolo dei play off. Il Raimondi di Gangi venne fermato dalla Parmonval al Bruccoleri di Favara. L’anno scorso il Gangi Calcio è stato sconfitto per 1-0 dal Castellammare a Carini. Infine la sconfitta di ieri dell’Asd Gangi contro l’Acquedolci.

Per ripercorrere il film di questo campionato bisogna riavvolgere il nastro fino all’estate del 2018, quando un’incauta invasione di campo della politica locale ha imposto la fusione di due società che non si amavano. Il Gangi Calcio e l’Asd Città di Gangi. Le ragioni (vere) di questa imposizione rimangono taciute, la vulgata consegnata al popolo degli sportivi è stata in linea con le impostazioni tipiche del pensiero unico: i ragazzini a scuola si divertivano a mimare gli sfottò da stadio. Pensate quale pericolo per la sicurezza del paese! Il risultato è stato un ibrido che, complice anche l’esilio di Castellana Sicula, per i lavori (ancora in corso ed in enorme ritardo) al Raimondi di Gangi hanno spezzato del tutto il fortissimo legame che esisteva fra Gangi ed il calcio. L’Asd Gangi è stata una squadra che, da novembre 2018 in poi, ha giocato un calcio bellissimo, grazie al pensiero lucido ed alla pervicacia di Mister Perricone che ha sgombrato il campo da cervellotiche soluzioni, imposte ad inizio campionato, per salvare almeno la parvenza di una certa filosofia “localista”.  Ma è stato come predicare calcio nel deserto. Solo uno sparuto gruppetto di curiosi al seguito hanno potuto ammirare le giocate funanboliche di Di Miceli, la “garra” di Gaglio, l’intelligenza tattica di Martino, le invenzioni di Venuti e Tarantino, la tenuta difensiva di Trapani e Mar. Ora che l’ibrido “bianco giallo rosso” è rimasto con un pugno di mosche in mano c’è da chiedersi perchè? Perchè questa forzatura? Perchè costringere centinaia di gangitani a riavvolgere le proprie bandiere? a rinunciare alla proprie passioni? Quale sottile piacere si prova a togliere ad un comune cittadino, vessato da tasse e disservizi, perfino il piacere effimero di trascorrere un paio d’ore al campo sportivo, la domenica, per tifare la propria squadra.

Mentre il campionato volgeva al termine le cose a palazzo municipale cambiavano. Adesso c’è una nuova giunta ed un nuovo assessore allo sport. L’augurio è che siano chiari questa volta compiti e priorità. Si pensi a monitorare l’andamento dei lavori al Raimondi lasciando alle associazioni sportive dilettantistiche la libertà di autodeterminarsi. Come del resto già stà avvenendo. Dopo la parentesi di questo alienante campionato, torneranno con ogni probabilità sia il Gangi Calcio che l’Asd Città di Gangi, riappropriandosi della loro storia e dei loro colori, come del resto è giusto che sia. Anche se non sarà facile riconquistare la fiducia delle rispettive tifoserie, tradite e sacrificate sull’altare di un progetto politico ed in buona parte anche economico, ma non di certo sportivo.

In fin dei conti rimane una domanda: è giusto per Gangi avere una sola squadra di calcio? E’ una domanda che ha due risposte davvero semplici: si, se la gente lo vuole. No, se non lo vuole. I fatti, ora, pare abbiano sgomberato il campo da ogni dubbio.

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