Ancora una volta alla sbarra il sindaco di Alimena Giuseppe Scrivano. Ieri si è tenuta la prima udienza di un nuovo procedimento giudiziario che lo vede coinvolto a seguito di una iniziativa investigativa nata un pò per caso, come racconta il sottotenente Giuseppe Belligno, ascoltato ieri, presso il Tribunale di Termini Imerese, dal giudice Vittorio Alcamo (a latere Angela Lo Piparo e Luigi Bonacqua). Belligno racconta che l’indagine nasce nel 2013, da un volantino affisso in un bar del paese, nel quale l’opposizione puntava il dito su Scrivano, che anche allora rivestiva la carica di sindaco, per i rimborsi spese posti a carico del comune per viaggi e telefonate.
I carabinieri hanno avuto modo così di riscontare telefonate, anche internazionali, prive di scopi istituzionali e rimborsi per missioni mai effettuate, 18 in tutto. Capitava che il sindaco dichiarava di essere a Palermo mentre il suo cellulare si agganciava alle celle telefoniche di Catania o Enna. E proprio dal traffico telefonico registrato dal cellulare di servizio giungeva un’altra pesante tegola per il primo cittadino di Alimena: messaggi di testo verso l’estero (Lituania, Russia, Polonia, Ucraina) e numerose telefonate ad una utenza telefonica intestata ad una donna ucraina residente a Roma, per un valore complessivo, a carico delle casse del Comune di Alimena, di oltre 10mila euro.
“Dimostreremo in dibattimento che i rimborsi delle missioni erano collegati a fini istituzionali mentre le telefonate, considerato che ce ne sono alcune indiscutibilmente di carattere privato, vale la tesi, assodata dalla giurisprudenza, che non si sia una lesione se sono di costo poco rilevante” Afferma sulle colonne del Giornale di Sicilia Vincenzo Lo Re, avvocato difensore del sindaco di Alimena. La prossima udienza, nella quale potrebbe comparire lo stesso Scrivano, è fissata per il 15 maggio.