C’è un pezzo della Sicilia che se ne va e forse non tornerà mai più. Sono i giovani siciliani che lasciano la Sicilia in cerca di migliori fortune. Ve ne avevamo parlato l’altro giorno, in questo nostro articolo, che analizza lo spopolamento dei paesi madoniti e in particolare di Blufi. Adesso anche il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, ha ricordato nel suo discorso ai sindaci del comprensorio madonita, che qualcosa va fatta. Il corso delle cose va cambiato. Parole forti che ci hanno segnato, perché “tanti dei nostri figli che abbiamo cresciuto con fatica ci lasciano – dice Marciante -. Ed è normale che sia così. Ma tanti nostri giovani scappano dai nostri comuni perché senza futuro. Continuo a sperimentarlo anche oggi con una sofferenza lacerante. Leggo insieme a voi, condivido con voi la bruciante testimonianza di un giovane delle Madonie, un giovane che dopo aver conseguito due lauree, ha lasciato il nostro territorio”.
Ed è vero. Di esempi ce ne sono tanti, probabilmente anche chi leggerà questo articolo farà i conti con un figlio, un nipote, o un fratello costretto a lasciare la propria terra in cerca di fortuna. Si dice sia l’effetto della globalizzazione, dove i confini sono labili perchè il mondo è la nostra nuova casa. Sarà vero, però, a volte a lasciare la terra sono giovani disperati e senza futuro. Un futuro che le istituzioni non sono in grado di garantire. Politiche miopi hanno generato un mostro che alimenta se stesso. Si preferisce investire i soldi che arrivano da bandi e avvisi in piccole sagre e festival piuttosto che in politiche – anche piccole – per creare opportunità per i più giovani. “Visitando i nostri Comuni, sento sempre parole di tristezza – prosegue Marciante nel suo discorso ai sindaci – C’è un popolo che vede i più giovani andare via, lasciare la propria terra; i vecchi che muoiono e portano via la memoria; nascono meno bambini. Un popolo che vede i vecchi lasciare questo mondo senza potere fare dei sogni perché mancano i giovani che fanno la profezia. Resteranno solo le terre abbandonate e aride; resteranno solo le mura delle case e delle chiese come muti testimoni di un popolo dal passato glorioso che si offre all’ammirazione di un turismo mordi e fuggi”.
Parole che non possiamo fare altro che condividere.