I carabinieri interrogano due pentiti. Il primo ritratta: “No, il quadro non è stato distrutto”. Il secondo riapre la caccia alla “Natività con i santi Lorenzo e Francesco” rubata a Palermo una notte di ottobre del 1969. È in Svizzera che bisogna spostare le ricerche, seguendo la rotta dei traffici illeciti su cui indagava Giovanni Falcone. Ci sono due grandi obiettivi da raggiungere e la caccia è grossa in entrambi i casi: arrestare Matteo Messina Denaro, l’ultimo “Padrino” di Cosa Nostra in fuga, e restituire l’opera di Caravaggio agli occhi del mondo.
Un quadro non scappa. Per anni il dipinto è stato considerato al pari di un latitante. Era necessario cambiare prospettiva, concentrandosi sul furto, maturato all’interno di Cosa nostra con il coinvolgimento di potenti mandamenti mafiosi di una Palermo insanguinata dalla guerra di mafia. I corleonesi si presero tutto, ma non il quadro. Chi ha rubato la Natività? Gli investigatori sono partiti dal retrobottega di un giocattolaio e hanno raggiunto la risposta. Cinquant’anni di indagini popolate di colpi di scena e ricostruiti in un libro. Alcuni padrini di Cosa nostra hanno rotto il silenzio. Guai a chiamarli pentiti, però. Una spy story, un giallo ricco di colpi di scena, che si sposta in Svizzera seguendo le tracce di don Tano Badalamenti, potente capomafia di Cinisi. L’affare fu sancito in una vecchia fabbrica di ghiaccio. Poi, arrivò la ricompensa, in franchi.
Se ne parlerà domenica 14 ottobre alle ore 17, all’Accademia dei Curiosi via Cavour a Castelbuono, insieme a Camillo Palmeri e l’autore Riccardo Lo Verso, cronista giudiziario di Live Sicilia e del mensile di inchiesta S. Scrive per il Foglio. Ha lavorato per anni al Giornale di Sicilia ed è uno dei volti dell’emittente del gruppo, Telegiornale di Sicilia. Poi a Milano, redazione di Studio Aperto Italia 1, e la decisione di tornare in Sicilia.