E’ stata strangolata a casa, davanti la sua bambina, senza alcuna pietà. E’ finita così, in una umile casa di Cerda la vita della giovane Alina Elena Bità che dalla Romania aveva raggiunto la Sicilia alla ricerca di un futuro migliore. L’omicidio della ragazza ha fortemente scosso la comunità. Gli inquirenti e le forze dell’ordine hanno lavorato senza sosta per venire a campo di un rebus: chi e perché ha ucciso Alina il 9 ottobre del 2017?
Adesso il cerchio si stringe intorno a due nomi, quello dei cugini di Alina: Paul Todirascu (18 anni) e Florin Butilà (19 anni). I due sono finiti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti fin dall’inizio ma per lungo tempo hanno mentito, negando anche di essere entrati nella casa di Alina il giorno del delitto. Adesso invece si accusano a vicenda. Secondo quanto rivelato dal Giornale di Sicilia nei giorni scorsi, i due dinanzi al PM Paolo Napolitano, costretti dai risultati delle indagini, hanno cambiato versione: quel giorno erano lì, a Casa di Alina.
Le volevano rubare dei soldi per saldare una partita di droga comprata da uno spacciatore del posto. La situazione è degenerata ed Alina è stata ammazzata. Ma da chi? I due cugini ora si accusano a vicenda.
Ormai però la soluzione del caso è davvero vicina. Si attendono gli esami dei Carabinieri del Ris di Messina che stanno esaminando le tracce lasciate sul collo della povera vittima, per risalire al DNA dell’assassino. Interrogatori, video, intercettazioni: il lavoro del nucleo operativo di Termini Imerese è stato certosino e finalmente le indagini sembrano giunte ad una svolta.
Decisivo anche il contributo del marito della vittima che il mattino dell’omicidio si trovava a raccogliere carciofi nei campi di Cerda. Ha fornito ai Carabinieri tutte le informazioni necessarie, a partire da chi frequentava la sua casa. Da lì sono usciti i nomi dei due cugini che nel frattempo erano andati via, a Napoli, dove erano già in stato di fermo per un furto. Da altri riscontri è venuto fuori che proprio il giorno del delitto alcuni vicini avevano visto “due stranieri” aggirarsi intorno la casa di Alina, la giovane mamma rumena, strangolata per 200 euro. Messi con le spalle al muro dal lavoro degli inquirenti ai due cugini non rimane che attendere l’esito dell’esame del DNA.