Dal Pakistan a Termini, la storia di Jawed che ha trovato nella Rcs Volley Lab la sua casa

Redazione

Cronaca

Dal Pakistan a Termini, la storia di Jawed che ha trovato nella Rcs Volley Lab la sua casa

20 Aprile 2018 - 14:00

“Volevamo raccontare una storia, un episodio che ci tocca direttamente e che per noi, nel nostro piccolo, è una bella ed importante storia”.

Inizia così una lettera che ci ha inviato la RCS Volley LAB di Termini Imerese. “Tutti sapete che tra i nostri scopi istituzionali c’è quello della “inclusione sociale” di persone generalmente “meno fortunate”. Qualche mese addietro ci è stato indirizzato un ragazzo pakistano, arrivato nel nostro territorio seguendo gli oramai noti flussi migratori di popoli che fuggono dai propri paesi per stati di guerra, di povertà ed altro”. La storia riguarda Jawed Warrich, che nel suo paese aveva praticato lo sport della pallavolo. “Siamo stati ben lieti di accoglierlo ed inserirlo tra la rosa dei nostri atleti, limitatamente ai settimanali allenamenti che la squadra sostiene e ciò in quanto non ancora possibile per motivi burocratici, tesserarlo come atleta della RCS Volley LAB, cosa che naturalmente ci proponevamo di fare non appena possibile – dicono dalla società termitana – I ragazzi hanno fatto a gara per fornirgli adeguato abbigliamento sportivo e quant’altro di cui avesse bisogno. Jawed è un ragazzo dolcissimo ed educatissimo che ha subito legato con tutti, dal presidente, agli altri dirigenti, ai tecnici ed agli atleti tutti. Una settimana fa, con le lacrime agli occhi, Jawed ci comunica che deve andare via perché lo hanno assegnato ad altra struttura in quel di Godrano. Ci siamo rimasti tutti male e non abbiamo digerito bene la cosa”.

La società, però, voleva fare tutto ciò che era possibile per trattenerlo: “Ieri il presidente si è recato presso la struttura dove era stato ospitato il ragazzo. La responsabile è stata felice di questa visita ed ha subito manifestato anche il suo dispiacere per la vicenda, confermando quello che era stato il nostro giudizio sul nominativo. Il trasferimento di Jawed rientra in un provvedimento generale, non certo nominativo, motivato dal fatto che la struttura ospitava un quantitativo di ragazzi che risultava essere in soprannumero rispetto alle reali possibilità. Conseguentemente a questo incontro ed alla voglia di fare rientrare il ragazzo, la signora ha interessato la Prefettura di Palermo ed ha esplicitato il nostro desiderio cui si univa anche quello suo”.

E la storia ha un lieto fine: “A volte cose che sembrano difficilissime dal concretizzarsi si realizzano subito. Il Prefetto, ricevuta l’istanza, ha disposto subito il rientro di Jawed a Termini Imerese e questo pomeriggio il nostro caro ragazzo ed amico rientrerà nella struttura che lo ha visto ospite sino alla settimana scorsa.
Noi naturalmente siamo felicissimi e non vediamo l’ora che venga domani sera, per il consueto allenamento del venerdì, per riabbracciare Jawed”.

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