Raccolta differenziata sulle Madonie: Pollina, Isnello e Aliminusa al top. Disastro Cerda

Andrea Di Piazza

Cronaca

Raccolta differenziata sulle Madonie: Pollina, Isnello e Aliminusa al top. Disastro Cerda

07 Marzo 2018 - 09:35

Migliora la raccolta differenziata in Sicilia. I dati del 2017, pubblicati dall’Ufficio Speciale per il monitoraggio e l’incremento della raccolta differenziata della Regione Siciliana, mostrano una crescita di circa 5 punti percentuali: dal 15,4% del 2016 l’isola dovrebbe essere passata al 20-21% (mancano i dati di dicembre). Un dato comunque sempre molto basso ed ancora lontano dalle soglie imposte dall’Unione Europea (50% – 60% – 65%) che dovevano essere raggiunte rispettivamente nel 2009, 2011 e 2012. E se differenziare è estremamente difficile nei grandi centri urbani siciliani, lo è meno nei piccoli paesi della nostra Regione.

Prendendo in considerazione i 30 paesi del distretto Cefalù-Madonie-Himera, possiamo avere uno spaccato di ciò che avviene a livello regionale in tema di differenziazione dei rifiuti urbani. Guida la nostra classifica ideale Pollina, regina indiscussa della raccolta differenziata: con il 64%, il piccolo comune madonita registra la migliore performance rispetto al 2016 (la raccolta è cresciuta del 30%), piazzandosi inoltre tra i primi 30 comuni siciliani con i più alti valori di differenziazione. Seguono al secondo posto Isnello (57,8%) ed al terzo Aliminusa (53,4%), entrambi comuni che registrano un netto miglioramento rispetto al 2016 (rispettivamente +26,6% e +14,7%). Al quarto posto Castelbuono con il 52,6% dei rifiuti urbani differenziati, paese che merita una menzione speciale per aver mantenuto alti tassi di raccolta differenziata anche durante gli affollatissimi mesi estivi e per aver incentivato una costante campagna di sensibilizzazione e informazione attraverso i social media (complimenti dunque alla Castelbuono Ambiente).

Appena al di sotto della soglia del 50% si colloca Montemaggiore Belsito, comune che sottrae allo smaltimento il 47,5% dei rifiuti urbani prodotti, aumentando del 17% la raccolta differenziata rispetto al 2016. Non arrivano al 40% Caccamo (39,8%), Lascari (37,4%) e Gratteri (32,5%) che comunque migliorano il risultato rispetto al 2016. Stentano ancora a decollare Alimena (29,8%), Collesano (27,6%), Valledolmo (26,4%), Blufi (22,4%) e Gangi (20,3%), tutti piccoli comuni dove la differenziata cresce di qualche punto percentuale rispetto al 2016 o addirittura diminuisce (a Gangi, -1,7%). Il 40% dei comuni del distretto registra valori di differenziazione compresi tra il 10 ed il 20%: tra questi Bompietro (17,3%), Castellana Sicula (15,9%), Petralia Sottana (15,1%), Petralia Soprana (15%), Scillato (13,9%), Geraci Siculo (12,5%), Polizzi Generosa (12,1%), Resuttano (12%), San Mauro Castelverde (11,2%), tutti piccoli paesi con una performance desolante. Gran parte di questi comuni, tra l’altro, è servita dalla stessa società di servizi d’igiene ambientale (Alte Madonie Ambiente).

Caso a parte Cefalù, dove la raccolta differenziata è inchiodata al 10,3%. Chiudono la classifica le imbarazzanti percentuali di Campofelice di Roccella (6,9%), Sclafani Bagni (6,9%) e Cerda (2,8%), piccole realtà che mandano ancora praticamente quasi tutti i rifiuti urbani in discarica. Mancano purtroppo parte i dati di Sciara (parziale di 16,8%), Termini Imerese (7,7%) ed Alia (2,6%), ma almeno in quest’ultimo caso arrivano notizie positive: sembra che, nel paese delle Grotte della Gurfa, la differenziata partirà a breve. Nel complesso il quadro è molto migliorato ma c’è ancora da fare tantissimo, soprattutto per quanto riguarda gli impianti di trattamento, riciclaggio e recupero della sostanza organica (che rappresenta la maggior parte del rifiuto urbano). Mentre l’intera Europa cerca di chiuderle, in Sicilia non si fa altro che parlare di discariche. Un controsenso, visto che i rifiuti sono ormai considerati una risorsa, capace di generare sviluppo e ricchezza, salvaguardando l’ambiente in cui viviamo. Non sono chiacchiere ma fatti, ed alcuni paesi delle Madonie l’hanno dimostrato.

 

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