Cronaca

Mafia, sequestrati beni tra Palermo e Trabia per un valore di 600 mila euro

Un ingente patrimonio immobiliare, del valore complessivo di seicentomila euro, consistente in due appartamenti a Palermo e in una villa a Trabia, riconducibili al pregiudicato palermitano Tommaso Catalano, è stato sequestrato dalla polizia con un provvedimento disposto dal Tribunale di Palermo, su proposta del Questore di Palermo.

Catalano annovera moltissimi precedenti penali per reati in materia di armi ed in materia di stupefacenti, commessi dal 1985 ad oggi. Inoltre, nel 2003 è stato sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, con obbligo di soggiorno dal 2006 al 2009. A dicembre del 2015, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Panta Rei”, insieme ad altri 38 soggetti, responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

In particolare, Catalano, insieme al figlio Pietro e ad altri sodali, è stato indagato per la sua appartenenza ad un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, hashish e cocaina, tra la Campania e la Sicilia; reato, peraltro, aggravato dall’aver agito avvalendosi e agevolando Cosa Nostra, in particolare quella del mandamento mafioso di “Porta Nuova”, per il quale gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela, l’importazione della sostanza stupefacente dalla Campania ed il mantenimento dei contatti con i fornitori. Dalle indagini erano emersi fitti rapporti con i fornitori campani intrattenuti dall’uomo, dal figlio Pietro e da altri sodali dell’organizzazione. Era stato acclarato il ruolo di spicco assunto da Catalano e dal figlio all’interno dell’organizzazione mafiosa, proprio nella gestione del traffico di stupefacenti. A lui era stata riconosciuta dall’organizzazione, infatti, un’indubbia “professionalità”, maturata negli anni di attività criminali in specie legate al traffico, alla detenzione ed alla cessione di sostanze stupefacenti, tanto da esser riconosciuto nell’ambiente criminale quale persona assolutamente affidabile per la trattazione degli affari criminali.

Nel corso di un colloquio intercettato, infatti, Ciro Spasiano, “qualificato” trafficante napoletano, parlando con Pietro Catalano aveva modo di affermare che per la vendita delle partite di stupefacente sull’asse Campania – Sicilia preferiva mantenere rapporti esclusivamente con quest’ultimo e con suo padre. Le indagini patrimoniali scaturite subito dopo l’operazione antimafia e condotte dagli investigatori della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo, hanno permesso di individuare e successivamente sequestrare beni per un valore stimato di circa 600 mila euro. Gli accertamenti patrimoniali hanno dimostrato, infatti, come Tommaso Catalano ed i suoi familiari non disponessero di entrate lecite ed idonee per l’acquisto dei beni oggi raggiunti dal provvedimento del Tribunale di Palermo.

Nonostante la situazione reddituale dichiarata dal nucleo non fosse sufficiente a garantire il sostentamento familiare, attestandosi addirittura al di sotto della soglia di povertà assoluta, la moglie di Catalano aveva acquistato due immobili a Palermo ed una villetta nel territorio di Trabia.

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