Giuseppe Carapezza è il nuovo commissario del Parco delle Madonie. Carapezza, che ha ricevuto il decreto di incarico oggi, si insedierà ufficialmente solo lunedì. All’inizio come commissario; dopo le pratiche burocratiche, dovrebbe diventare anche il nuovo presidente e ricoprirà un ruolo scoperto da qualche tempo. Carapezza, madonita Doc, nato a Petralia Sottana, lavora all’ispettorato dell’assessorato regionale siciliano a Palermo. E’ vicino ad Edy Tamajo, uno degli esponenti di Sicilia Futura. Con questo è al suo undicesimo commissariamento.
Ha accettato l’incarico immediatamente, “perché è un impegno che voglio portare avanti con tutto l’amore che ho per questi luoghi”, ha detto il neo presidente. Non si sbilancia sulla situazione attuale del Parco, “perché non mi sono ancora ufficialmente insediato”. Ma ha le idee chiare sulle cose da fare: “Non c’è dubbio che dobbiano rilanciare le attività del Parco, lo sviluppo eco-sostenibile e il nostro territorio. Poi “fare Parco” conviene sempre a tutti”. Il ruolo del Parco, infatti, è fondamentale anche per un altro obiettivo di Carapezza, “quello – spiega – di evitare non solo l’esodo della popolazione, ma anche dei giovani madoniti che vanno fuori in cerca di fortune e non possono esprimersi nel loro territorio di nascita ed appartenenza. Il Parco deve e può produrre economia. Perché un territorio che cresce e si sviluppa ha anche una crescita culturale”. Chiede una sinergia con comuni, associazioni, gli stessi dipendenti: “La mia porta sarà sempre aperta – dice – sono una persona molto inclusiva”. Il tema delicato resta quello dei finanziamenti: “Senza soldi è tutto più difficile – avverte Carapezza – ma abbiamo un vantaggio. Con la nuova programmazione, oltre ai fondi regionali, potremo attingere ai fondi europei. Dobbiamo essere bravi a no farci trovare impreparati ed avere progetti immediatamente escutivi e cantierabili. Solo così non perderemo questa opportunità. I nostri uffici devono essere preparatissimi”.
Parentesi conclusiva sul passato: “Credo che da quando sia nato ad oggi si sia fatto un buon lavoro – dice Carapezza – Il Parco delle Madonie rispetto ad altre realtà è meglio strutturato e lo si deve a chi lo ha governato negli anni passati, penso all’inclusione nei geopark, alla sentieristica, che può e deve essere migliorata, all’inclusione nei Siti di Importanza Comunitaria o nelle Zone di Protezione Speciale. Ora si gira pagina e si inizia un nuovo capitolo”.