Il Museo Civico di Castelbuono invita il pubblico a partecipare giovedì 1 giugno 2017 alle ore 18, alla relazione delle attività svolte nel quinquennio 2012-2017 alla presenza del Direttore, Laura Barreca, del Presidente del Museo Civico, Angela Sottile e del Consiglio di Amministrazione, in qualità di rappresentanti dell’Istituzione museale. Durante la presentazione pubblica saranno illustrati i principali ambiti e attività culturali realizzate durante gli ultimi cinque anni dal Museo Civico di Castelbuono, dalle esposizioni alle linee di ricerca e formazione, dai concerti ai laboratori educativi, dalle collaborazioni istituzionali con musei, gallerie, università e centri di formazione, attraverso una politica culturale votata a trasformare il Museo Civico in un forte attrattore culturale e turistico di tutto il territorio madonita. Il pubblico è invitato ad intervenire ponendo domande e quesiti sulla gestione museale, anche allo scopo di implementare il dibattito attorno alla natura delle attività svolte e ai possibili, futuri sviluppi.
La politica culturale delineata dal Museo Civico negli ultimi anni di esercizio è stata incentrata sul posizionamento dell’Istituzione museale nel panorama nazionale ed internazionale attraverso la valorizzazione di un museo aperto, giovane, contemporaneo nel suo modo di porsi. Un museo che dalla provincia si apre al mondo e chiama il mondo a guardare il territorio non come luogo di ritiro ma di espansione, di espressione. Il Museo Civico ha sede in uno dei luoghi simbolici più forti della storia del territorio, il Castello dei Ventimiglia: luogo d’eccellenza storica che, lungi dall’essere eco di un passato remoto, vive la contemporaneità accogliendone forme e linguaggi. La consapevolezza delle grandi potenzialità dell’istituzione museale, della sua sede e del suo fascino, della sua storia pluricentenaria e del suo essere forte attrattore culturale per la comunità castelbuonese, ha portato a definire strategie di promozione e valorizzazione mirate alla costruzione di un valore duraturo, basato sul riconoscimento della storia presente e passata attraverso le espressioni di un’identità votata alla ricerca contemporanea.
La programmazione di mostre e attività culturali al Museo Civico consente una rilettura della storia locale attraverso l’eterogenea interpretazione di artisti, tutti di fama internazionale, chiamati a creare lavori inediti. Questa strategia ha permesso al Museo Civico, in soli tre anni, di costruirsi una posizione di assoluta visibilità all’interno del panorama contemporaneo nazionale, insieme alle realtà più vive e attive, facendosi conoscere e poi riconoscere come laboratorio di idee, centro di sperimentazione e di produzione nuova, come dimostrato dal continuo interesse degli esperti del settore e della stampa specialistica (Il Giornale delle Fondazioni, Il Giornale dell’Arte, Artribune, Arte Mondadori, Art Forum, solo per citarne alcuni) e di quella d’informazione nazionale (Espresso, Sette – Corriere della Sera, Vanity Fair) e internazionale (New York Times). Nella volontà di far rete, l’istituzione museale ha attivato numerose collaborazioni con musei, dipartimenti, università, centri di produzione culturale di indiscusso rilievo internazionale, come quelle con FABRICA del Gruppo Benetton, l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, il Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli – Torino, con il MACRo di Roma, con il Museo Salinas di Palermo, e con le manifestazioni più vive dello sperimentalismo territoriale, come l’Ypsigrock Festival, nella produzione congiunta di progetti culturali inediti costruiti sulla storia e sulle energie del territorio, con l’obiettivo di rendere l’istituzione museale centro di incontro, fulcro di una rete estesa di connessioni che dalla provincia siciliana si estende a tutta l’isola e abbraccia l’Italia.
Le opere e i progetti prodotti in questi anni hanno implementato la collezione permanente legandosi all’identità storica e al contesto geografico mediterraneo nel quale ci troviamo: le opere in ceramica di Salvatore Arancio, per citare qualche esempio, sono state realizzate con l’aiuto di un ceramista locale e interpretano una forma tipica della tradizione siciliana; Seb Patane ha ripreso la memoria dall’occultista inglese Aleister Crowley, vissuto a Cefalù agli inizi del Novecento a cui lo stesso Paolo Cicero era legato; Mimmo Cuticchio ha raccontato la storia del nobile casato dei Ventimiglia con uno spettacolo teatrale dell’Opera dei Pupi inedito, «Tra i sentieri dei Ventimiglia», co-prodotto dal Museo Civico. E poi ancora Letizia Battaglia, una delle interpreti più intense di questa epoca, di cui è stata prodotta la mostra personale “Qualcosa di mio” e che ha donato una sua fotografia nella collezione permanente dell’Istituzione museale.