Gangi, deserto politico! C’è solo Ferrarello

Redazione

Cronaca

Gangi, deserto politico! C’è solo Ferrarello

25 Maggio 2017 - 09:52

“Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Nicola Patti, già presidente del consiglio comunale di Gangi”

A Gangi è stata presentata una sola lista, come era da tempo nelle previsioni. Anche i nomi del candidato Sindaco e dei componenti della Giunta sono andati secondo le previsioni. A questo livello nulla cambia rispetto alla passata amministrazione. Si nota una robusta continuità con qualche passaggio dal Consiglio alla giunta e il passaggio a “vice” del sindaco uscente. Rimane scoperta una casella assessoriale che stando alla nuova compagine dovrebbe essere occupata da un componente del Pd. Sembra ovvio, ma non si capisce perché il nome non è stato inserito in questa fase ed a quanto pare si conoscerà ad elezioni espletate. Per ora il ruolo del Pd è relegato ai due candidati al Consiglio comunale. Un po’ marginale.

Come in tutte le elezioni amministrative la politica, ritenuta indegna e quasi rifiutata dai più, diventa oggetto di appassionate discussioni. I cittadini ne parlano ed esprimono i loro giudizi. Basta fermarsi in qualche negozio, in qualche luogo di incontro per udire i punti di vista. Ovviamente, vista la particolarità di questa tornata elettorale, la presenza di una sola lista (un fatto sicuramente storico e per ora limitato al solo Comune di Gangi), è l’argomento principale: come mai, cosa succede, perché? Perché è successo, perché non abbiamo nessuna possibilità di scelta, che senso hanno elezioni di questo tipo ed altri interrogativi sull’eventuale venuta del Commissario e sulla possibilità per il Sindaco uscente di potersi ripresentare nel caso non si raggiunga il quorum sono argomenti sulla bocca di tutti.
I sentimenti che si scoprono sono di stupore e disorientamento. Perché è avvenuto?

L’interrogativo merita qualche risposta perché al di là di tutto, quando in un paese si arriva a questo punto comunque c’è qualcosa a monte che lo ha prodotto e per il tessuto sociale la prospettiva di una amministrazione senza una dialettica istituzionale per cinque anni non depone positivamente. E’ una crisi di partecipazione e di democrazia che fa il paio con la crisi economica sociale di cui siamo affetti . E la mancata possibilità di un confronto di idee diverse sulle possibilità di sviluppo sicuramente non aiuta.

Per questo vorrei provare a produrre una mia analisi e mi auguro che comunque vadano le elezioni un po’ tutti sentano il bisogno di occuparsene e provare a rimettere in moto il motore della partecipazione attiva plurale.
Una prima causa risiede nella scomparsa dei partiti. Conseguenza della crisi dei partiti, molti letteralmente scomparsi dalla scena compreso quello che ha dato anima alla compagine di maggioranza di questi ultimi anni, è stato l’istaurarsi di trasformismi politici che hanno ristretto la partecipazione popolare, creando assuefazione. A Gangi ad oggi ufficialmente esiste un solo partito organizzato che subisce pure esso gli effetti di questa crisi. Anche quando con la nuova legge sulla elezione dei sindaci i partiti hanno dovuto abbandonare la strada della presentazione in proprio ed hanno dovuto dare vita alle liste civiche, finora nel bene e nel male i partiti fornivano il tessuto di idee e di uomini per la formazione delle liste. Non solo, nel corso della consiliatura erano attivi nella “piazza” promuovendo iniziative di confronto con i cittadini. Con la loro crisi ed attenuazione del ruolo politico tutto questo e soprattutto il confronto politico è venuto meno.

Se poi, come è avvenuto a Gangi, l’unico partito che dava voce ed aggregava l’opposizione decide di abbandonare questo campo e confluire nella maggioranza cui si era opposta da un ventennio, viene meno ovviamente quel minimo di possibilità di alternativa che si era tentata per la verità con scarso successo. E’ pure vero che l’opposizione non è riuscita a rendersi visibile ed essere attiva nella piazza. Ed anche questo potrebbe essere una concausa del deserto politico amministrativo che si è venuto a creare.

E veniamo alla causa che non è da ritenersi marginale, ma forse la principale. I protagonisti della nuova compagine che si presenta al giudizio degli elettori sicuramente non sono contenti neanche loro della congiuntura che si è venuta a creare . Tra le pieghe dei sussurri si ode la loro linea difensiva sostanzialmente riassumibile in queste parole: “La colpa non è certamente nostra che la faccia ce l’abbiamo messa, altri , coloro che si lamentano avrebbero potuto presentare la loro lista”. E’chiara che questa è una linea difensiva quanto meno superficiale, anche alla luce delle cause precedentemente descritte. Di fronte alla crisi di opposizione non solo partitica, ma anche del tessuto civico, è invece emersa sempre più nel corso degli anni la figura del primo cittadino. La nuova legge sulla elezione dei sindaci lo porta ad assumere facilmente tale ruolo di preminenza. Naturalmente al di là della legge sta poi alla sensibilità e cultura politica dei vari personaggi interpretare questo ruolo. Non è difficile però per chi ha la capacità di personalizzare far diventare questa figura ed il suo ruolo dominante. Se a questo aggiungiamo che non è facile rinunciare in questo ruolo alle opere di persuasione ed ai metodi di piccole cortesie personali il quadro si completa.

Per dovere di obiettività ed anche per dare un senso chiaro a questa analisi, va pure detto che sicuramente l’ultimo mandato amministrativo del sindaco uscente per suo impegno e clima favorevole si è concluso con il successo della politica di immagine del nostro paese che gli va riconosciuto. Al di là dei convincimenti politici e posizionamenti tutti siamo orgogliosi di questa ritrovata immagine della nostra Gangi. Quanto è avvenuto però deve preoccupare tutti, perché sotto la coltre del successo di immagine, anche a Gangi cova la crisi sociale ed economica con marcata mancanza di lavoro e conseguente spopolamento. Nessuno può negare che gli anni che ci attendono saranno sempre più difficili da questo punto di vista. E non pare che ci sia nei protagonisti della vita amministrativa una chiara consapevolezza, quanto meno non se ne odono analisi prospettive ipotesi di soluzione. La mancanza di forze alternative, di confronto di idee, di partecipazione sicuramente non depone bene.

La crisi sociale economica e la crisi, chiamiamola pure, di democrazia sono i temi di cui ci si dovrebbe occupare con urgenza, non mi pare che sia nella attualità del dibattito e perfino il programma presentato a sostegno della lista pare non lambire questa problematica. Questo è preoccupante. Altro che pericolo commissariamento.

Nicola Patti

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