Ad appena una settimana dal ballottaggio che ha riconsegnato a Salvator Burrafato la fascia tricolore, il cllima politico a Termini Imerese torna a farsi incandescente. Ad accendere gli animi le voci ormai trapelate di una indagine avviata dalla magistratura sulle ipotesi di voto di scambio che avrebbero coinvolto due consiglieri comunali eletti nella scorsa tornata elettorale. Un di questi sarebbe un ex assessore della giunta Burrafato. Nel corso della campagna elettorale non erano mancati riferimenti, più o meno espliciti, al voto di scambio. Denaro ma anche beni di consumo che, specie secondo le accuse mosse dal Movimento 5 Stelle, circolavano in maniera del tutto inusuale nei vicoli termitani a ridosso delle elezioni. Le perquisizioni avviate venerdì scorso potrebbero essere il primo passo per verificare la sussistenza del grave reato. Bisognerà prudentemente attendere gli esiti delle indagini ma ormai l'argomento è di dominio pubblico e sta causando un vero e proprio terremoto politico in città.
Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunseri, esce allo scoperto e su facebook scrive: “NON COMPRIAMO VOTI! Lo abbiamo scritto nell'insegna della nostra sede elettorale, frase che aveva suscitato scalpore in alcuni, ed aveva irritato l’amministrazione in carica. Eppure da ieri qualcosa, forse, è cambiato e rafforza ancora di più quelle parole giudicate infamanti. Lo abbiamo gridato durante i comizi, vi abbiamo chiesto un voto di coscienza, colmo di responsabilità. Ci rifacevamo all'art. 48 della nostra costituzione. “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico (…)”. I nostri diritti vengono utilizzati dai questi pseudo politici come concessioni al fine di chiederci il voto in cambio. Non dobbiamo essere ricattabili, né tantomeno schiavi del politico di turno. Dobbiamo capire se la persona a cui diamo il voto è una persona onesta perché inevitabilmente la condotta morale dello stesso si ripercuoterà certamente sul modo di amministrare. Il voto di scambio non è partecipazione, non è quella partecipazione che vi chiediamo. È l’esatto contrario. Occorre che i cittadini tornino a tessere il proprio futuro. Non farlo ci rende schiavi del sistema, schiavi di quel potere arrogante e mafioso che grazie a questo metodo domina e opprime le possibilità di sviluppo di un intero territorio. Noi continueremo, non ci fermeremo. Denunceremo e vigileremo!
In merito al lavoro degli organi inquirenti ancora non trapela nessuna comunicazione ufficiale, ma non è escluso che nei prossimi giorni possano trapelare altre novità.