Si è celebrata il 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: un momento di sensibilizzazione verso la cultura della non discriminazione che, per quanto sia manifestazione di interesse per il delicato tema, non è senza dubbio sufficiente a smuovere le coscienze, a cambiare il modo di pensare della gente. Un appuntamento annuale non basta: e allora parliamo di azioni concrete.
Sulle Madonie, alcuni paesi hanno fatto un piccolo grande passo: approvare il Registro delle unioni civili. Ma se n’è parlato poco, quasi per niente. A distanza di tempo, accendiamo quindi la luce su Petralia Sottana, che ha istituito il Registro il 3 aprile scorso e ha espresso, con questo atto, l’intento di tutelare le coppie di fatto. In particolare, secondo il regolamento, possono richiedere l’iscrizione al Registro due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Petralia Sottana e che non facciano già parte di una diversa unione civile.
Abbiamo intervistato, a tal proposito, Lucia Macaluso, Assessore alle pari opportunità del comune di Petralia Sottana.
Assessore, quando e da dove nasce l'intuizione di istituire il Registro delle Unioni Civili a Petralia Sottana?
Già alla fine del 2012, in accordo con tutta la Giunta Comunale, ho iniziato a lavorare per l‘istituzione del Registro delle Unioni Civili, poiché con convinzione sosteniamo che i diritti civili debbano essere garantiti ed estesi a tutte le persone, anche a quelle legate da vincoli affettivi ed economici non vincolate dal matrimonio o impossibilitate a contrarlo. Abbiamo impiegato un po’ di tempo per analizzare attentamente la proposta, affinché si potesse creare uno strumento non “simbolico” ma soprattutto efficace. Abbiamo ritenuto indispensabile l’adozione di un vademecum dei diritti dei conviventi che riguarda i più svariati ambiti della vita quotidiana, per i quali anche le coppie conviventi possono avere tutele, anche per sgomberare il campo da preconcetti e false attese. Importante è stato l’apporto dato dall’Associazione Arci Articolo Tre Palermo “Salvatore Rizzuto Adelfio” che ha incontrato lo scorso novembre l’Amministrazione Comunale per discutere sul tema dei diritti LGTB in Comune e che ci ha dato conferme sull’affidabilità del testo che stavamo proponendo.
Petralia Sottana è il terzo comune delle Madonie, dopo Castellana Sicula e Collesano, a dotarsi del Registro delle Unioni Civili. Cosa significa per dei piccoli centri riconoscere le unioni civili?
I Comuni che hanno espresso l’intento di tutelare le coppie di fatto hanno creato uno strumento utile, ma dovranno seguire una serie di singoli atti e disposizioni degli uffici competenti per promuovere misure volte alla tutela delle pari opportunità nei più svariati settori. È comunque un piccolissimo passo in attesa che il Parlamento legiferi su una materia così importante e delicata, in modo da riportare l’Italia allo standard degli altri paesi europei in materia di diritti civili, che sono il fondamento della nostra civiltà; è compito di una istituzione come il Comune, quella più vicina ai cittadini, fare di tutto per diffondere la cultura della non discriminazione, usando gli strumenti a sua disposizione. In attesa di una legge nazionale, essere iscritti al registro può essere un’opportunità: non dimentichiamo che alla Regione, con la finanziaria, era stata varata una norma che facilitasse l’accesso alla prima abitazione alle giovani coppie, anche quelle di fatto iscritte da almeno un anno nel Registro delle Unioni Civili dei Comuni, norma che in futuro potrebbe essere riproposta.
Sono in programma altre iniziative che possano promuovere la cultura della non discriminazione?
Promuoveremo nuove iniziative a favore della cultura della non discriminazione, ma ritengo che non debbano essere mosse esclusivamente dal Comune. Fondamentale deve essere l’apporto della società civile e delle libere Associazioni democratiche operanti del territorio per diffondere le proposte per la parità di trattamento e l'assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta basata sul genere, l’appartenenza etnica, il credo religioso o le convinzioni personali, le disabilità, l'età o l’orientamento sessuale. Stiamo prospettando l’adesione al programma dell'UNICEF “Città amiche delle bambine e dei bambini” in cui rientra anche l’iniziativa “Io come Tu. Mai nemici per la pelle” per ribadire il diritto alla non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origini straniera che vivono studiano e crescono in Italia e dare la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri che risiedono e nascono nei comuni italiani. Per essere veramente al passo con i tempi bisognerebbe andare oltre gli atti simbolici; c’è bisogno, anche in questo caso, di una legge e ci auguriamo che i DdL sullo “ius soli” dimenticati in Parlamento vengano al più presto esaminati ed approvati.
Abbiamo raccolto anche il parere di Carlo Verri, ex Consulente per le politiche contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere al Comune di Palermo e membro dell’Associazione Arci Articolo Tre Palermo “Salvatore Rizzuto Adelfio”, che ha dato dei suggerimenti per la stesura finale del regolamento.
Buonasera Carlo. Come la sua Associazione ha contribuito all’istituzione del Registro delle unioni civili a Petralia Sottana?
L’iter di redazione di un regolamento per le unioni civili era già iniziato quando, a novembre 2013, l’Associazione Articolo Tre ha incontrato l’Amministrazione Comunale di Petralia Sottana, in occasione di un evento di sensibilizzazione alla cultura dei diritti, contro la discriminazione a sfondo sessuale e per identità di genere. Articolo Tre è intervenuta quindi solo in un secondo momento, dialogando con il Comune sugli strumenti che un Ente Locale può utilizzare per rendere concreta la lotta contro le discriminazioni.
Spieghi ai nostri lettori cosa è il Registro delle unioni civili
Il Registro è uno strumento di natura amministrativa, al quale gli enti locali possono far ricorso per riconoscere le unioni che il Regolamento anagrafico del 1989, all’articolo 4, definisce “famiglie”: “Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona.”. Il Registro riconosce alcuni diritti e garantisce la fruizione di determinati servizi che i Comuni, compatibilmente con le proprie possibilità economiche, offrono alle famiglie.
Perché è importante che anche i piccoli centri si dotino del Registro delle unioni civili?
L’istituzione del Registro è importante a prescindere dalle conseguenze concrete per chi vi accede: costituisce, infatti, un segnale forte da parte dell’ente locale più vicino al cittadino, il Comune appunto, che fa tutto ciò che è in suo potere per colmare la situazione di discriminazione che le coppie di fatto vivono ogni giorno. Il registro ha senso se è inserito in un ventaglio più ampio di politiche a favore della cultura dei diritti: ad esempio, l’iscrizione dei comuni alla rete Re.A.Dy. che permette alle amministrazioni di condividere le buone pratiche in materia di lotta alla discriminazione. Questa rete è uno strumento importante, soprattutto perché manca, ad oggi, una legislazione nazionale sulla tematica. Inoltre, l’approvazione del registro è politicamente rilevante: se tanti comuni lo istituiscono possono costituire un elemento di pressione a livello nazionale e spingere il parlamento a legiferare in merito. Nei territori più piccoli, considerati periferici, ma che poi tanto periferici non sono, come le Madonie, l’istituzione del Registro consente di parlare dell’argomento e di diffondere la cultura della non discriminazione. Le Madonie, forse perché tradizionalmente di sinistra, sono un territorio aperto rispetto ad altri in Sicilia: già Petralia Sottana, Castellana Sicula e Collesano hanno approvato il registro, altri iter sono in attesa di approvazione; abbiamo avuto risposte positive e organizzato tanti eventi, l’ultimo a Isnello, l’8 marzo. Il fatto che le istituzioni si muovano in questo senso fa ben sperare, anche perché alimenta un comune sentire a livello di opinione pubblica: discriminare è sbagliato e culturalmente scorretto!