Un corteo per Di Matteo. E lui dice: “È un fresco vento di speranza”

Rosangela Scimeca

Palermo

Un corteo per Di Matteo. E lui dice: “È un fresco vento di speranza”
Ieri in migliaia a Palermo per testimoniare la vicinanza al Pm minacciato dal boss Totò Riina: ´´Si muore quando si è lasciati da soli´´

18 Gennaio 2016 - 00:00

“Siamo tutti Di Matteo”. Questo uno dei tanti slogan urlati a squarciagola durante la manifestazione, organizzata ieri e partita da piazza Verdi, a sostegno del pm antimafia Antonino Di Matteo, minacciato di morte dal capomafia Totò Riina dal carcere di Opera a Milano. Ma Palermo non ci sta. Scende in piazza a manifestare il suo disprezzo per un capomafia che da dietro le sbarre torna, ancora dopo più di vent’anni, a minacciare magistrati che combattono ogni giorno, rischiando la vita, il male più inestirpabile della nostra terra siciliana. Tanti, migliaia i palermitani, soprattutto giovani, scesi per le strade del centro del capoluogo ad urlare il proprio dissenso e a ricordare a Di Matteo, all'aggiunto Vittorio Teresi e ai pm Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia che, in questa battaglia, non sono soli.

Tanti i cartelli che hanno sfilato e gli striscioni esposti sui cancelli del Teatro Massimo, punto d’incontro del corteo. I messaggi sono tutti di legalità: “Risvegliamo le coscienze prima delle autobombe”, “Di Matteo, Teresi, Del Bene e Tartaglia, chi non vi difende ha la coda di paglia? Bomb jammer subito”, “Palermo che non vuole convivere con la mafia è presente”. Tante le frasi di Giovanni Falcone e le agende rosse in ricordo di quella di Borsellino. Presenti molti movimenti e associazioni come le Agende rosse, Muovi Palermo, Azione civile, Cittadinanza per la magistratura, ContrariaMente, Antimafia Duemila, Addio Pizzo, Associazione Attilio Manca, Comitato 23 maggio, Coordinamento Palermo ciclabile, Ruota Libera, Resistenza antimafia, Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Centro studi Paolo Giaccone, Ossermafia.

Alla manifestazione ha partecipato anche Rosario Crocetta: “Sono qui come presidente della Regione – ha detto -, ma soprattutto da cittadino che esprime la preoccupazione dei siciliani rispetto alle gravi minacce nei confronti di Di Matteo. Queste minacce non fermano il suo lavoro e quello della Procura e la rivoluzione in atto nella nostra regione. Queste esternazioni di Riina creano tensioni tra la gente, fanno cambiare l'analisi facilona di chi sostiene che la mafia ha abbandonato la violenza”. Una breve ma accesa contestazione è stata levata a Crocetta da alcuni componenti del comitato “No Muos”.

In testa al corteo, partito intorno alle 18, uno striscione con la scritta “Si muore quando si è lasciati soli”. I partecipanti hanno raggiunto Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, dove ha preso vita anche un flashmob per ricordare le stragi del 1992 e del 1993. Presenti anche gli assessori comunali Giuseppe Barbera, Agata Bazzi, Francesco Giambrone, Agnese Ciulla e il vicesindaco Cesare La Piana.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è intervenuto con queste parole: “Siamo qui in piazza per dire con forza che la nostra battaglia è la battaglia dell’intero paese che dovrebbe svegliarsi. La giunta comunale ha appena deliberato una proposta di Salvatore Borsellino e delle Agende Rosse nella quale si dice con chiarezza che occorre convocare immediatamente il Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica di Palermo e di Messina per garantire la sicurezza di Nino Di Matteo e degli altri magistrati impegnati a cercare la verità”.

Il pm Antonino Di Matteo ha mandato un messaggio di ringraziamento letto dagli organizzatori della manifestazione alla fine del corteo, sciolto in piazza Pretoria: “Un grazie ai tanti cittadini che hanno voluto manifestare la loro solidarietà, per me è un fresco vento di speranza che avverto sempre più intenso nel mio cuore. Tutto ciò costituisce per noi magistrati uno stimolo a portare avanti il nostro lavoro con dedizione e spirito di servizio che si contrappone alla colpevole indifferenza di tanti. La difficile strada per liberare il Paese dalla mafia passa anche da manifestazioni come questa, dalla necessità di una rivoluzione culturale che segnerà veramente il tramonto del fenomeno”. 

(Le foto sono di Igor Petyx)

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