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U juornu avanti. In migliaia ad applaudire la presentazione del film

Gradinate stracolme in ogni ordine di posto. L’anfiteatro di Petralia Sottana si è riempito fino all’inverosimile per assistere alla prima proiezione del medio metraggio “U juornu avanti”, interessante “docu-film” che affronta, con impronta introspettiva, il tema dell’emigrazione. Il video, della durata di 25 minuti, è stato realizzato dal gruppo “MiTerra videolab”. La sceneggiatura di Gianpiero Farinella è stata tradotta in immagini dall’abile regia di Salvatore Bongiorno affiancato dalla preziosa esperienza del produttore esecutivo Francesca Baldanza. Una particolare menzione merita il direttore della fotografia Francesco Ippolito, eccellente il suo lavoro.

Nel Cast Giuseppe Dino, che ha indossato i panni del protagonista, alle prese con i pensieri ed i riti “du juornu avanti” ossia del giorno che precede la partenza per l’America. Una prova da vero attore che rende sottili, fino quasi a farli scomparire, i confini fra recitazione amatoriale e professionismo. Il dialogo con il bravissimo Sergio Piparo ne è una chiara dimostrazione.

Applaudite a lungo anche le performance degli altri attori, fra questi Maria Carmela Messineo, Peppuccio Ballistreri, Damiano Giunta, Mario Farinella, Calogero Figlia, Marta Carapezza e la straordinaria Concetta Sabatino.

Ad assistere alla proiezione anche il famoso regista siciliano Pasquale Scimeca che, al termine della serata, è salito sul palco per rivolgere un sincero apprezzamento al lavoro svolto dal gruppo “MiTerra”.

“U juornu avanti” è una storia senza tempo, il racconto di tutte le partenze, in ogni tempo ed in ogni latitudine del mondo. Una litania di dubbi ancorati ad un'unica certezza “qui non si può più stare!”

Ed allora saluti e singhiozzi. Promesse, agli altri e a se stessi. Il premuroso tentativo di mettere a posto le ultime cose, di mettere a tacere gli ultimi pensieri, tenuti a galla dal rimorso di un imminente abbandono.

Com’è l’America? Dov’è l’America? Cos’è l’America? E cosa sarò io in quella terra lontana? Che ne sarà di me? Giuseppe Dino indossa i panni, pesanti e sudici, di tutti i migranti del mondo, conferendo allo sguardo ed alla voce del suo personaggio quella dignità che è di tutti coloro che con dolore e coraggio, in ogni tempo ed in ogni luogo, saltano il fosso della povertà, senza sapere cosa li aspetta al di là del mare.

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