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Schiaffi e risse al Torneo delle Madonie. Morgana promette pene severissime

Dopo gli ennesimi episodi di violenza registrati nella seconda giornata del Torneo delle Madonie, il presidente del comitato regionale della Lega Nazionale Dilettanti Sandro Morgana ha preso carta e penna per scrivere una lettera aperta, indirizzata anche alle società che stanno prendendo parte al 35° Torneo delle Madonie, tornato a vivere dopo 31 anni dalla 34° edizione.  Il ritorno del Torneo delle Madonie, nonostante i prevedibili ed inevitabili campanilismi, doveva essere una festa, un modo per ricordare e rivivere una vera e propria epopea, e magari un strumento per far tornare al campo le famiglie, con moglie e figli al seguito, approfittando del fatto che in campo si sfidano amici e parenti. Questo doveva essere e questo è stato in quasi tutti i campi in cui si sono giocate le prime due giornate del torneo ma alcune eccezioni davvero spiacevoli si sono registrate sia nel primo che nel secondo turno. Troppe per il presidente Sandro Morgana che è interventuto in maniera netta e severa per stigmatizzare gli episodi di violenza e promettere pene anche più severe rispetto a qulle dei campionati regolari.

Ecco cosa scrive Morgana:

 

 

Sono trascorsi appena dieci giorni dal calcio d’inizio del “35°Torneo Delle Madonie”.

 

Ho sposato con entusiasmo l’ambizioso progetto di ridare vita, dopo ben 31 anni, ad uno dei Tornei più prestigiosi della storia del calcio siciliano. 

Ho sempre posto al centro di ogni mia iniziativa la migliore cultura sportiva, quella, cioè, fondata sul rispetto dell’avversario, del compagno e dell’arbitro. Quella cultura fatta di accettazione reciproca, di rispetto delle regole, di lealtà, di coraggio, di senso dell’appartenenza e di fratellanza universale. Il  calcio è uno sport ricco di emozioni, forse il più imprevedibile che esista e, probabilmente, anche per questo è così popolare. Assistere ad una partita rappresenta uno dei modi più diffusi di impiegare il tempo libero. 

 

Devo prendere atto, purtroppo, che già nelle prime due giornate di gara si sono registrati diversi episodi spiacevoli che vanificano l’impegno fin qui profuso di rendere questi momenti una festa, un’occasione di divertimento. Ho sempre stigmatizzato e condannato aggressioni, invasioni, atti di violenza gratuita in danno della squadra avversaria e degli arbitri. Tali atteggiamenti rischiano di divenire comportamenti abituali ancorché ingiustificati. Gli atti di violenza sono in distonia con i valori che ogni giorno siamo a promuovere e che nulla hanno a che fare con lo spirito con cui si è deciso di intraprendere questa avventura. 

 

Non è per questi risultati che giornalmente impegniamo il nostro tempo, la nostra intelligenza, la nostra cultura dello sport, il nostro essere al servizio di questa disciplina e dei valori che deve trasmettere alle giovani generazioni. 

 

Il  calcio è attività sportiva e come tale necessita del rispetto di alcune regole che si riferiscono ai concetti di etica e fair play, rifiutando ogni elemento che possa screditare e danneggiare lo sport stesso. Agli arbitri chiediamo il massimo dell’impegno ed atteggiamenti inequivocabili sul piano comportamentale; di contro garantiamo il nostro incondizionato sostegno e la nostra fiducia invitando tutti a rispettarne la figura. A nessuno sarà consentito di affermare che l’atto di violenza è conseguenza di un errore arbitrale! 

 

La Giustizia Sportiva sarà chiamata ad emettere sentenze più severe e rigorose. Non ci saranno sconti per i violenti perché la violenza non è degna dell’uomo e non può e non deve albergare nei campi sportivi. E’ venuto il momento di dimostrare, ciascuno per la parte di propria responsabilità, tutta quanta la buona volontà necessaria per far cessare questo stato di cose. 

 

Lo sport deve tornare ad essere attività gioiosa nella quale il confronto sportivo sia la regola fissa e dalla quale venga bandita ogni recrudescenza di tipo violento. 

 

                                                                                                                                                                                                        Sandro Morgana

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