Con l’operazione “Noxae”, Agenti della Polizia di Stato, appartenenti alla sezione “Antirapina” della Squadra Mobile di Palermo, nelle prime ore di oggi hanno eseguito una Ordinanza di Custodia cautelare nei confronti di 18 soggetti, accusati di aver compiuto una serie impressionante di rapine.
Nei confronti di tre dei destinatari è stata disposta la custodia cautelare domiciliare, mentre per i restanti quindici è stata disposta la custodia cautelare in carcere.Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Palermo Michele Alajmo su richiesta dei Sostituti Procuratori della locale Procura della Repubblica De Flammineis e Grassi, coordinati dal Procuratore Aggiunto Maurizio Scalia.
L’indagine che ha impegnato i poliziotti nella complessa ricostruzione di rapine finora irrisolte e commesse tra il 2009 ed il 2011, ha svelato una banda composta da rapinatori “interscambiabili”.
Si è così delineato il profilo di un sodalizio criminale abbastanza eterogeneo capace di variare la sua composizione di volta in volta ed a seconda degli obiettivi scelti.
All’interno del gruppo, posizioni di vertice erano occupate dai tre destinatari della misura cautelare domiciliare, Giuseppe Anzalone classe ‘79, Mario Gebbia classe 77 e Marco Aiello classe 89, tutti capaci di programmare assalti e reclutare complici.
I tre, prima della notifica della odierna misura restrittiva, risultavano già gravati da provvedimenti cautelari in ragione di precedenti analoghi casi di rapine che, per altro, destarono grosso allarme sociale. Anzalone è già ristretto agli arresti domiciliari per aver compiuto, il 23 settembre 2010, una violenta rapina ai danni della gioielleria “La Piana” di Via Mariano Stabile, il cui bottino ammontava a circa 70 mila euro di preziosi; Gebbia risulta agli arresti domiciliari per una rapina compiuta in gioielleria il 10 giugno 2011 a Palma di Montechiaro, fruttata circa 700 mila euro; infine Aiello, anch’egli agli arresti domiciliari, per aver commesso, il 30 dicembre 2011, la nota rapina in danno della gioielleria “Sasso”.
In quest’ultima circostanza furono portati via 200 mila euro in preziosi e fu esploso un colpo di pistola che sfiorò il titolare dell’esercizio.
Per la rilevanza dei compiti assunti, i tre rappresentavano i punti di riferimento del gruppo smantellato dall’odierna operazione di polizia.
Dal carcere i tre hanno spontaneamente deciso di rendere dichiarazioni, consentendo di ricostruire, con i riscontri conseguiti dalle attività di polizia successiva, decine e decine di rapine.
La quantità e la natura degli obiettivi scelti hanno dimostrato un’alta capacità di infiltrazione della banda che, grazie ad una tentacolare rete di amicizie e conoscenze, è riuscita, in ogni circostanza, ad apprendere particolari utili a compiere gli assalti. Fondamentale quindi l’apporto di insospettabili basisti. È il caso della rapina perpetrata in danno del responsabile di una nota ditta di catering rapinato dell’incasso di un banchetto matrimoniale, grazie alle utili informazioni assunte da un insospettabile cameriere. È ancora il caso di una rapina perpetrata in danno del titolare di un esercizio commerciale raggiunto in macchina dalla banda grazie alle importanti segnalazioni di un esercente, vicino di casa. Bastava detenere denaro, non per forza a titolo personale, ma anche per conto di ditte o terzi, per diventare obiettivo della banda. Esemplificativa la rapina compiuta ad una dipendente amministrativa della clinica “Orestano”, rapinata di circa mille euro o la ben più lucrosa rapina compiuta ai danni di un distributore Eni di viale Regione Siciliana, fruttata circa 40 mila euro. Rapine violente e, spesso senza scrupoli, compiute anche in danno di persone, sorprese da sole in abitazione ed appartenenti a categorie deboli, come nel caso del portatore d’handicap costretto in carrozzina, raggiunto nel suo appartamento del centro, malmenato e privato di 3 mila euro.
Ancora, il caso di una coppia di anziani che, dopo aver prelevato denaro in un ufficio postale del centro, è stata seguita fin sotto casa e brutalmente rapinata della pensione. I malviventi, secondo una consuetudine in tema di rapine, non tralasciavano di rivolgere le loro attenzioni ad esercizi tradizionalmente ritenuti particolarmente remunerativi quali pompe di benzina, tabaccherie, farmacie, supermercati e gioiellerie. Particolarmente cospicua al riguardo la rapina compiuta in danno della gioielleria “Basile” di via Quintino Sella fruttata 400 mila euro in preziosi.
Ecco l’elenco degli arrestati:
Giuseppe Anzalone, nato a Palermo il 22/04/1979
Mario Gebbia, nato a Palermo il 29/01/1977
Alessandro Giacalone, nato a Palermo il 9/08/1983
Ignazio Guercio, nato a Palermo il 30/6/1972
Giovanni Carini, nato a Palermo il 27/11/1979
Rocco Pirrotta, nato a Palermo il 15/02/1976
Paolo Amatuzzo, nato a Palermo il 17/02/1983
Rosario Di Piede, nato a Palermo il 7/04/1977
Marco Aiello, nato a Palermo il 20/6/1989
Salvatore Mancuso, nato a Palermo il 29/10/1964
Giovanni Vernengo, nato a Palermo il 4/01/1974
Filippo Di Marco, nato a Palermo il 4/01/1978
Giovan Battista Pipitone, nato a Palermo il 5/09/1977
Giovanni Bruno, nato a Palermo il 18/12/1989
Onofrio Palazzo, nato a Sarzana (SP), l’11/08/1967
Alessandro Gebbia, nato a Palermo il 10/12/1991