L’alimenese Piero Di Gangi, classe 1984 debutta da professionista nel mondo del pugilato. Il giovane vive a Cerese di Virgilio, a quattro chilometri da Mantova, dal 2006, dopo essere emigrato come tanti altri ragazzi del sud, partiti per terre più ricche, in cerca di un lavoro che nel meridione, ancora, non c’è. Già dal 2003 aveva lasciato la Sicilia, facendo il volontario nell’esercito italiano. Dopo la morte della madre, nel giugno 2006, assieme al suo unico fratello, si stabilisce definitivamente in Lombardia dove fa l'operaio e frequenta la palestra. Lì scopre la boxe. Comincia gli allenamenti e si accorge che è uno sport che lo fa stare bene, un sano antidoto contro il dolore e la rabbia per il suo lutto, rivelando, inaspettatamente, le sue prestazioni promettenti e soprattutto innamorandosi della boxe. Così si iscrive alla Boxe Mantova e si allena tanto e dal 2008 comincia a gareggiare tra i dilettanti. Sorprendendo tutti, ma in primis se stesso, ottiene subito vittorie e pareggi. In palestra trova una famiglia, unita dai valori dello sport e dell'amicizia. Dal 2008, fino a dicembre 2014, ha disputato circa quaranta matches, compiendo tutto il percorso obbligato e da maggio, dopo avere fatto domanda e superato tutte le visite è approdato al nuovo campionato italiano, ideato dalla Federazione nazionale Boxe, chiamato Neopro, come professionista. Ha affrontato il primo match, nei supermedi, con un siciliano come lui, venuto su da Bagheria, Giuseppe Di Maria, pareggiando ai punti, nella palestra Boni di Mantova. Il prossimo incontro sarà a luglio e poi fino a settembre sarà impegnato nel campionato, in cui dovrà affrontare gli avversari del suo girone, sette atleti. Tra questi, i primi quattro andranno in semifinale e poi in finale. L’appuntamento sarà per l’autunno. Così afferma, entusiasta, Di Gangi,: -Spero di arrivare in semifinale. Sono grato al pugilato perché mi ha salvato da una brutta strada. Dopo la morte di mia madre ho rischiato di perdermi. Lo sport in generale ti trasmette dei valori importanti, ma credo che il pugilato abbia qualcosa in più degli altri sport perché è molto duro e ti insegna a stare con gli altri, a confrontarti, rispettando delle regole. Noi, sul ring ci picchiamo, ma finito il match, ci abbracciamo, ci rispettiamo e stiamo insieme come amici.-