“Malaminnitta”, sabato e domenica presentazione del libro sulla mattanza criminale degli anni ‘80

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“Malaminnitta”, sabato e domenica presentazione del libro sulla mattanza criminale degli anni ‘80
Autore il sindaco di Termini Burrafato, con Donatella Battaglia e le illustrazioni di Sergio D’Amore.

18 Gennaio 2016 - 00:00

Sabato 28 presso La Feltrinelli (via Cavour, 133 – Palermo) gli autori dialogheranno con Adriana Falsone, giornalista di La Repubblica – Palermo, alla presenza del Sindaco Leoluca Orlando, tra i primi ad accogliere l’invito; domenica 29, giorno del trentaduesimo anniversario dell’omicidio per mano mafiosa del Vicebrigadiere Antonino Burrafato, il libro sarà invece proposto a Termini Imerese, alle ore 21.00, presso il Chiostro della Gancia. Qui Mari Albanese, insegnante e responsabile comunicazione del Museo dei Pupi antimafia, presenterà la pubblicazione in presenza, tra gli altri, di Maurizio Veneziano, Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria per la Sicilia, e Francesco La Licata definito, ne Il Foglio, la bella penna dell’antimafia.

I testi sulla mafia sono tantissimi, altrettanti i titoli validi che si moltiplicano giorno dopo giorno; nella goccia del mare delle informazioni possibili questo progetto editoriale è ciò che è accaduto alla comunità termitana, è un’identità segnata, provata, violentata. Antonino Burrafato è un uomo di coraggio che ha fornito alla nuova letteratura spunti di riflessione importanti, non per chissà quali eroismi ma, piuttosto per un’assennata dedizione alla legalità e ai principi deontologici inerenti alla propria funzione.

“Malaminnitta” è la strage, ma non solo. La “minnìtta” è la vendetta. Questo libro parla di una vendetta, di una in particolare consumatasi 32 anni fa, che ferì il cuore della città di Termini Imerese, indignando e sdegnando per la cruda modalità di esecuzione, che fu, nonostante ciò, ben presto dimenticata nei cassetti della memoria meno accessibili, di quelli chiusi una volta per tutti o aperti di rado, meglio se in penombra. È da questa considerazione etimologica  che si avvia il libro .

Nei primi anni '80 Palermo fece registrare il maggiore tasso di omicidi tra le più grandi città, italiane ed estere e, sul piano dell’attacco alle istituzioni, ciò che accadeva a Palermo e nel resto della regione era paragonabile soltanto a quanto accade per i colpi di Stato e le guerre civili.

In quegli stessi anni per scelta di Carlo Alberto Dalla Chiesa, ai Cavallacci di Termini Imerese fu formato un braccio speciale di massima sicurezza. Qui furono detenuti esponenti di spicco delle BR e delle cosche mafiose, tra questi, appunto, Leoluca Bagarella a cui il Vicebrigadiere Burrafato  aveva dovuto negare un permesso perché quelle erano le disposizioni emanate dai suoi superiori e alle quali non poteva contravvenire. Ecco qui il punto focale!

Dall’analisi storica ai ricordi, ai sentimenti puri di un figlio che per anni ha atteso verità e giustizia, pur nella consapevolezza che non avrebbe restituito nulla, svuotandosi di senso rispetto all’incolmabile perdita.”

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