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Madonie sull’orlo di una crisi di nervi

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dal quale prendiamo immediatamente le distanze, pur non essendo i “destinatari” delle attenzioni di cotanti sindaci del comprensorio.

Anzi, a dirla tutta, destinatarie del “messaggio” che si vuol fare recapitare attraverso il comunicato che segue, sono alcune nostre testate concorrenti. Dovremmo quindi, per puro tornaconto, tacere e strofinarci le mani. E probabilmente lo avremmo anche fatto se la nota inviata da Geraci Siculo, e segnatamente dall’ufficio stampa dell’Unione dei Comuni dei Ventimiglia (Gangi e Geraci Siculo) si fosse fermata al primo periodo che riportiamo fedelmente:

“Il reiterarsi di accuse inqualificabili, su alcuni organi di stampa, nei confronti del presidente di Sosvima, società di sviluppo Madonie, i sindaci di Alia, Alimena, Aliminusa, Blufi, Bompietro Caccamo, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Cerda, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pollina, Resuttano, Roccapalumba, San Mauro Castelverde, Sciara, Scillato, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Valledolmo e il Parco delle Madonie, esprimono la loro contrarietà alla denigrante e diffamatoria campagna di stampa ed esprimono solidarietà nei confronti del presidente del consiglio d’amministrazione, Alessandro Ficile, e nei confronti di una società di sviluppo che rappresenta una risorsa per l’intero territorio delle Madonie, una società presa d’esempio a livello regionale e nazionale per l’apporto sostanziale dato nello sviluppo delle aree interne, con il suo ruolo attivo di promozione dello sviluppo locale attraverso una diffusa azione di animazione territoriale.”

Fin qui, dicevamo, nulla da appuntare. Anzi, fa piacere notare come un nutrito gruppo di sindaci ripongano grande fiducia nell’azione del presidente di SoSviMa Alessandro Ficile, convinti come siamo che un clima di leale collaborazione rappresenti l’humus ideale per gettare i semi di un futuro prospero. Purché e fin quando questo asse di collaborazione non si trasformi in una trincea, una sorta di linea gotica oltre la quale non si può andare e non si può nemmeno guardare.

Soffermandoci sulla parte finale del comunicato siamo rimasti spiacevolmente sorpresi, ecco cosa abbiamo letto:  

“… Accuse gravi che ledono l’immagine di tutti i soci (Comuni e gli Enti sovra comunali aderenti) per tali ragioni ci riserviamo di ricorrere a tutte le forme giudiziarie di tutela e autotutela della buona immagine dei Soci, di Sosvima, del suo presidente.”

Per carità, chi si sente leso ha sempre il diritto di adire le vie legali per tutelarsi. Quanto all’autotutela, non comprendendo a cosa possano riferirsi i sindaci preferiamo glissare, considerando, al momento, quella strana parolina un refuso di stampa.

In generale non è mai un buon segnale l’annuncio di azioni legali contro gli organi di stampa da parte delle autorità, ricorda tempoi bui di cui nessuno auspica il ritorno. Ma, quando si presenta la necessità, è sempre meglio farle che minacciarle. C’è poi un'altra strada, dritta ed inesorabile, quella della prova dei fatti che inchioda ciascuno alle proprie responsabilità. Non c’è rivalsa più efficace nel campo del giornalismo che sbugiardare una notizia falsa. Quando è falsa! Magari ci vuole del tempo, ma il tempo è galantuomo. 

Quindi chiudiamo questo atipico editoriale dicendo chiaramente che la minaccia di querele di 27 sindaci nei confronti di uno o due giornali locali ci è sembrata grottesca, come un esercito pronto a rispondere con le bombe ad un bimbo che tira qualche pietra al carro armato.

Se si considera che solo stamane avevamo pubblicato un altro annuncio di querele, questa volta indirizzate, da altri sindaci e soggetti privati, al nuovo CdA del Distretto Turistico “principio e cagione” (o forse pretesto) di questa “grande guerra”, allora c’è di che riflettere.

E, riflettendo, siamo arrivati alla seguente conclusione: Non sarà il caso di deporre le armi e ritrovare, da parte di tutti, un po’ di serenità e di equilibrio per questo nostro territorio. Meglio riportare il dibattito dal piano dello scontro a quello del confronto. Meglio per tutti. 

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