Un giovane di appena 30 anni ha perso la vita. Un tragico incidente se lo è portato via mentre, con un gruppo di amici, stava dedicandosi al suo hobby: la caccia.
Una rosa di pallini lo ha colto in pieno petto. Roberto ha avuto solo il tempo di gettare uno sguardo attorno, poi si è accasciato e la sua giovane vita è finita lì, sui verdi prati delle alture che dominano le Madonie.
Non era un bracconiere Roberto, era uno sportivo! Uno sportvo che aveva scelto la caccia al posto del calcio, o della pallavolo.
Uno sportivo che conosceva la natura e le sue leggi molto meglio dei perbenisti da tastiera, quelli sempre pronti a giudicare ed a condannare perchè sono fra i giusti, loro! Perchè loro non mangiano carne e aborrano la caccia e poi … odiano, odiano tanto, odiano tutto ciò che è altro da loro, dalle loro farneticanti ossessioni.
“Guai a voi anime prave, non isperate mai veder lo cielo” sembrano ammonire al cospetto di quanti “osano” consumare un pasto proteico, come facevano i loro padri e i loro nonni ed i nonni dei loro nonni. E come, quasi certamente, faranno i loro figli.
Costoro “che mai fuor vivi” si spingono talmente oltre lo scibile umano che riescono anche a gioire della morte di un giovane di 30 anni, un giovane che, nel caso specifico poteva essere figlio di un certa “gentile” “signora” che così ha commentato la terribile notizia:
“Ogni tanto qualche dio vede e provvede”.
Ora, se esistesse davvero quel dio dalla d minuscola così malvagiamente evocato, accoglierebbe nel suo minuscolo paradiso solo le minuscole anime a lui devote.
A Roberto, ne siamo sicuri, si apriranno stasera ben altri paradisi. E forse il suo paradiso non è altro che un'alba invernale, con un soffio di vento ad accarenzzare un nuovo prato verde, pieno di cacciaggione da rincorrere e concquistare.