Emergenza Suidi, L'On. Culotta lancia un appello alla politica

Michele Ferraro

Politica

Emergenza Suidi, L'On. Culotta lancia un appello alla politica
Forse vicina la soluzione, vi spieghiamo perchè

18 Gennaio 2016 - 00:00

“La salvaguardia del lavoro fatto per il Parco delle Madonie, per la tutela dell’ambiente e per la protezione di flora e fauna, non può non passare attraverso un abbattimento controllato dei suini ibridi che da anni stanno flagellando il territorio. Considerati tutti i tentativi andati a vuoto, compreso quello delle gabbie per la cattura, ritengo che oggi sia questa l’unica soluzione per risolvere il problema”. È quanto afferma Magda Culotta, sindaco di Pollina e parlamentare nazionale del Partito democratico.

La questione, ormai, è purtroppo nota da anni: il Parco delle Madonie è devastato dai cosiddetti cinghia-maiali, esemplari ibridi di suino che stanno distruggendo il sottobosco e mettendo a rischio l’incolumità di turisti e residenti. I numeri non sono certi – si parla di almeno di 10.000 esemplari, ma non esistono stime ufficiali – certe sono invece le segnalazioni di aggressioni e danneggiamenti ormai a tutte le latitudini del Parco e perfino all’interno dei centri abitati. “I nostri orti – aggiunge l’onorevole Culotta – e perfino i nostri giardini sono letteralmente assediati dai cinghiali che mettono a repentaglio l’equilibrio ambientale e, spesso, anche l’incolumità delle persone. Stiamo studiando diverse soluzioni, con l’aiuto di esperti, per controllare il fenomeno della proliferazione. Inoltre, abbiamo scritto una nota al presidente del Parco Angelo Pizzuto e agli assessori regionali competenti per accelerare e trovare una risposta che argini definitivamente questo problema. Solo coinvolgendo gli attori istituzionali competenti potremo avviare l’abbattimento controllato”.

“L'Ente Parco – afferma il presidente Angelo Pizzuto – ha fornito la soluzione al problema ormai da anni, anche se finora e' stata inevasa. Abbattimento selettivo supervisionato dalla forestale per eradicare totalmente la specie”. Questa la strada da percorrere secondo Pizzuto che poi aggiunge: “la prossima settimana mi incontrerò nuovamente con l'assessore all'agricoltura per illustrare ancora una volta il nostro piano, già condiviso dal suo predecessore”. E mentre ancora gli ambientalisti si dividono tra favorevoli e contrari si ipotizza una ulteriore legge regionale per risolvere la piaga che devasta le Madonie. “La problematica – afferma Magda Culotta – esiste ormai da anni e non possiamo certo aspettare la prima tragedia per poi correre ai ripari. È questo il momento per far intervenire la buona politica e trovare la giusta soluzione”.

 

Il Corsivo

L’appello lanciato all’ANSA dal deputato madonita Magda Culotta è impeccabile, come del resto non si può negare che negli ultimi anni l’Ente Parco sia stato lasciato da solo a combattere una battaglia contro un esercito selvaggio con armi spuntate e mezzi  ridotti al lumicino.

Negli ultimi anni infatti l’Ente Parco si è trovato nella condizione di dover far fronte da solo un fenomeno ormai assolutamente ingestibile con interventi ordinari, imbattendosi spesso nel muro di gomma dell’ARS. Nel 2008 era stato approvato dal Parlamento Regionale un testo di legge che autorizzava anche in Sicilia gli abbattimenti selettivi in area di Parco che, utile ribadirlo, nel resto d’Italia si fanno da anni. Provvedimento mandato in fumo dai ripetuti ricorsi di sedicenti associazioni ambientaliste. Più di recente l’Ente ha anche prodotto “in house” un nuovo e più moderno testo di legge da inserire nella finanziaria regionale per dare il via, una volta per tutte, ai tanto attesi piani di cattura. Ma tale norma, elaborata dagli uffici dell'Ente, apprezzata e condivisa dagli Assessorati competenti, discussa nelle commissioni, per motivi che rimangono un mistero, non è mai riuscita a varcare il soglio di Sala d'Ercole.

Ora, questo accorato appello dell'On. Culotta tocca rivolgerlo alla deputazione regionale ed in particolare a quei componenti dell’attuale maggioranza di governo che popolano le commissioni parlamentari che, fino ad oggi, non hanno ritenuto necessario ed urgente trasmettere e far approvare dall’Assemblea Regionale Siciliana un testo di legge di vitale importanza per l’intero territorio madonita, e non solo.

Forse nelle ultime tre parole del periodo precedente si nasconde la vera novità, quel “e non solo” non è un elemento di poco conto, anzi riteniamo possa essere l’elemento di novità capace di spezzare il placido sonno di lor signori onorevoli regionali. Il fatto che l’emergenza cinghiali adesso si comincia ad avvertire con crescente preoccupazione anche nella riserva di Monte Pellegrino ha improvvisamente riacceso l’attenzione dei media e della politica. Ora le simpatiche bestiole non minacciano solo i piccoli e lontani comuni madoniti, ma stanno facendo pressione sulla città di Palermo.

Eh si, l’esercito selvaggio è arrivato alle porte del Capoluogo.

Vuoi vedere che finalmente gli inquilini di Palazzo dei Normanni, fra i quali – è bene ricordarlo – tanti palermitani ma (orami da anni) nessun madonita, si accorgeranno di quanto urgente sia il problema!  

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