Angelo Cascino, è passato poco più di 1 anno dalle elezioni, cosa succede a Termini?
Succede che un partito che dà voce alla gente, fatto da gente comune ed inspirato ai principi su cui si fonda la nostra Nazione, si interroga sul futuro della nostra comunità. Prende atto che la città vive il momento più drammatico sotto il profilo economico, sociale e culturale, e pertanto chiede uno scatto d'orgoglio al Sindaco, alla coalizione politica che lo sostiene e non solo, per rilanciare l'azione amministrativa e cercare di dare risposte alle attese dei Termitani.
Ma il PD, in diverse forme ed in distinti modi, governa la città dal 2009.
È’ vero. Lo ha fatto ed ovviamente non al massimo di come poteva e probabilmente non consapevole che ci saremmo ritrovati nel guado dopo la chiusura della FIAT. Ma, nel frattempo, dal 2009 ha in maniera convinta ridato una prospettiva a questo territorio: ha portato Termini ad essere centrale in una prospettiva sovra territoriale e “capoluogo naturale” del comprensorio Imerese e Madonita, nella consapevolezza che siamo e rimarremo un polo di servizi fondamentale.
Quale sarebbe questa nuova prospettiva?
Termini Imerese ha una storia invidiabile e risorse umane, naturalistiche, culturali ed archeologiche ineguagliabili. E’ al centro di un golfo immenso e di una prospettiva “mediterranea”; è collegata in maniera adeguata con il resto della Sicilia; è a metà strada fra due aeroporti internazionali che sono ponte col mondo; ha un porto che da qualche anno si sta trasformando in modo invidiabile, e lo sarà ancora di più una volta definiti i lavori; ha una area destinata ad una vocazione industriale, in gravissima crisi, ma dove occorre intervenire
In che modo intervenire?
In questa città poco più di un anno fa è passato il messaggio che si scegliesse fra prospettiva industriale e prospettiva turistica. Niente di più sbagliato. A parte che questo PD ed il Sindaco hanno sempre parlato (e con i fatti lo hanno dimostrato: vedi lavori finanziati con fondi europei su Grand Hotel delle Terme, Serpentina e parcheggio a servizio del Parco Termale) di una forma di turismo integrato, consapevoli delle risorse straordinarie che possediamo, ma è anche vero che nessuno ha mai detto “no” a qualsiasi ipotesi di riconversione della nostra area industriale.
E cosa avete detto?
Abbiamo semplicemente detto che fin quando ci sarà uno spiraglio per salvare la fabbrica della ex FIAT e fintanto che ci sarà comunque la centrale ENEL (che peraltro sembrerebbe non essere ormai nelle condizioni di stare in piedi producendo in maniera efficace ed efficiente), verrà difficile immaginare di azzerare tutto e costruire lidi dove si facevano macchine. Tuttavia, anche con le recenti azioni dimostrative e grazie ad una nostra precisa proposta politica, stiamo focalizzando attenzione sulle aree di nostra pertinenza: i cosiddetti laghetti che sono al di fuori della area industriale e quindi del relativo piano regolatore consortile. Da lì possiamo riprovare a partire visto che la domanda di persone che chiedono di poter farsi il bagno è altissima e le nostre spiagge sono ormai sature.
Quindi si cambia idea?
Se vogliamo far passare il messaggio di avere cambiato idea, facciamolo pure. Non è un problema per una nuova generazione che intende governare questa città e non ha paura di sfidare il futuro. Però deve essere chiara una cosa: la ripartenza di questa Comunità si potrà avere solo quando avremo tutti consapevolezza che occorre uno scatto d’orgoglio collettivo.
In che senso?
Se questa Città dovrà ripartire dal Turismo ci vorranno alcuni impegni reciproci fra pubblico e privato: da un lato l’Amministrazione Comunale dovrà ancora con maggior vigore riproporre il tema del Parco Termale Imerese, ed in questa direzione indubbiamente dovrà allargarne i contenuti e le prospettive. Dal nostro centro storico, infatti, e da una riqualificazione del patrimonio immobiliare privato e pubblico, bisogna creare le condizioni per fare di Termini un albergo a cielo aperto, un posto bellissimo dove poter abitare o dove poter sostare qualche giorno. Quindi da un lato i privati che decidono di scommettere su una nuova visione di Termini, mettendoci del proprio e sapendo rischiare, e magari ritrovando quello spirito dell’ospitalità che è nel nostro DNA. Dall’altro la Politica che fa la sua parte creando nuovi attrattori culturali e turistici e rivalutando quelli esistenti, a partire dal Porto.
…porto sul quale avete iniziato una campagna mediatica per un rilancio… in quale direzione?
La domanda di posti barca in Sicilia è superiore all’offerta. E data la centralità di Termini non possiamo che approfittarne. Esiste un progetto preliminare di porto turistico e da quello occorre ripartire. Senza snaturare il Piano Regolatore Portuale che contempla anche l’ambito commerciale. Già alcuni ci hanno creduto e stanno riponendo i propri soldi ed il proprio futuro sulla nautica da diporto. Occorre che siano molti di più. Occorre da lì pensare di poter creare una vera e propria filiera legata all’attività diportistica e comunque più in generale alle attività legate al mare
A proposito di porto: domenica scorsa il Sindaco Burrafato sulla stampa locale dichiara il veto su un impianto di stoccaggio di cemento. Cosa ne pensa?
Penso che il Sindaco abbia fatto del suo meglio in questa vicenda. L’impatto ambientale sarebbe devastante. E ha detto bene che questa città non può permettersi di essere solo un punto di passaggio di imprese esterne che peraltro non danno alcuna opportunità di sviluppo del nostro territorio. È’ coerente con quanto ci eravamo detti.
Quindi: porto, Terme, riqualificazione centro storico. Tutto ciò basta?
Ovviamente no. Pensiamo, ad esempio, a rendere attuale il Piano Regolatore Generale che prevede che i cosiddetti laghetti siano destinati a strutture per la “fruizione del mare”. Immagini Lei cosa significa trasformare questi posti inutilizzati in solarium di giorno e locali notturni di sera. Termini che torna ad essere appetibile per i giovani.
Già, i giovani. Come avete parlato con loro in questi anni? Che prospettive gli avete offerto?
Non è la Politica a livello locale che può dare da sola le risposte che essi attendono. Ci vuole altro. Ci vuole un nuovo patto inter-generazionale che ridia fiducia ai giovani, che li faccia gustare il desiderio di tornare a fare impresa e a scommettere su se stessi. È un circuito virtuoso, non impossibile, ma fattibile e raggiungibile. Ci vuole anche l’intervento della Politica a più alti livelli: si convincano tutti che Termini ha necessità di ripartire non con gli annunci, ma con una mano concreta.
Torniamo alla mozione del circolo democratico di Termini. Si parla di inadeguatezza dell’Amministrazione.
Siamo stati chiari su questo. Il coordinamento del Partito Democratico si è espresso in maniera inequivocabile. Cambio di rotta, da subito. Nuova linfa. Valorizzare le risorse umane che la coalizione a fianco del Sindaco possiede. Rifocalizzarsi su pochi ma importanti punti programmatici. Noi li lanceremo a settembre in una grande iniziativa pubblica che coinvolgerà anche i circoli del comprensorio. Termini da sola non va nessuna parte.
“Prendere le distanze”: ma siete dentro con i piedi e con le scarpe, traducendo un detto siciliano. Presidente del Consiglio Comunale, liquidatore all’ATO, e poi Lei in persona, dal 2010 a capo dell’Agenzia sovra-territoriale, indicato per due volte dal Sindaco di Termini Imerese. Molti chiedono in queste ore la sua “testa”.
Gli incarichi di vertice negli organismi sovra-territoriali non sono una novità di oggi. E sono stati votati da più Sindaci, che hanno ribadito la propria fiducia in me e in qualche altro. Personalmente, però, non ho legami con questa poltrona. La mia permanenza ad Imera è solo questione di qualche mese: a settembre attiveremo il processo di fusione con la consorella madonita, porteremo nei Consigli Comunali la più grande sfida di questo grande territorio – un’unica Unione di 28 Comuni –, avvieremo la razionalizzazione dell’apparato organizzativo ed amministrativo sovra-locale mirando al contenimento dei costi e all’ottimizzazione delle risorse umane già in campo da anni. Quindi nessun attaccamento. Per me la politica è servizio alla Comunità. Altri che oggi gridano allo scandalo dovrebbero farsi un esame di coscienza. Lascerò, entro l’anno, e non perché qualcuno me lo imponga o me lo chieda, ma perché questa fase di programmazione per il territorio si è conclusa.
Quindi Presidente Cascino: che farà da grande?
Le mie ambizioni personali, ammesso che ce ne siano, non sono la priorità. Io, come tantissimi altri giovani e meno giovani, ho a cuore questa Comunità, e prima di me ci ha creduto la mia famiglia, che ha investito e continua ad investire qui perché crede nelle potenzialità dei Termitani. Rimango a disposizione della Comunità, ma vorrei che passasse un concetto chiaro ed inequivocabile. Vince una squadra di buoni amministratori, e potenzialmente ce ne sono tanti, sia nella coalizione di maggioranza che nella minoranza e fuori dal Consiglio; e vince una Comunità unita, che non si divide con un referendum che non c’è mai stato, ma anzi si ritrova per rilanciare un sogno.
Una ultima domanda: quando incontrerà il Sindaco la prossima volta, utilizzerà la stessa crudezza con cui Renzi ha detto a Letta “stai sereno”?
Assolutamente. Ricordi che nella vita l’amicizia, in questo caso decennale, conta più delle alleanze e di ogni altra tipologia di relazione che possiamo avere. Ci vuole solo uno scatto in avanti. In questa direzione e per il contributo che potremo dare, il Partito Democratico con i suoi “effervescenti” (ma leali) Consiglieri ci sarà. Del resto, lealtà non significa calare la testa. Anche loro hanno giurato di servire la propria Comunità. Lo faranno, fino alla fine di questa esperienza.