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Consorzio Autostrade Siciliane nel caos, A19 Palermo-Catania a pagamento

Il Consorzio Autostrade Siciliane da tempo è al centro di una bufera, investito da inchieste, contenziosi, polemiche sulla condizione delle strade e tre visite ispettive della Regione, si trova in una situazione scomoda, che l'amministrazione dell'azienda deve affrontare.

Per questo motivo il presidente della regione Rosario Crocetta è arrivato a Messina per dare un sostegno al presidente Rosario Faraci.

“Quello che mi interessa – dice Crocetta – è che questo Consorzio ha cambiato modo di operare e sta mettendo in atto una importante azione di risanamento. Mi riferisco al fatto che prima c’erano mafiosi che operavano col Consorzio come, ad esempio, la vicenda dell’azienda di Furmari che gestiva tutto, tutte le inchieste sul Consorzio – continua – non riguardano l’attuale attività ma vicende passate, non certo della gestione attuale”.

Sempre riferendosi agli ultimi arresti, il presidente del Consorzio dice: “Se ci sarà un processo il Consorzio si costituirà parte civile nei confronti della arrestati, ma sarà l’ufficio legale a valutare, attualmente sono stati assunti i provvedimenti che la legge ci permette ovvero la sospensione in attesa che l’inchiesta chiarisca la reale situazione”.

“I trenta comandati erano personale necessario per coprire servizi che erano scoperti – aggiunge Faraci – e ci sono altri comandati in arrivo per coprire altre esigenze. Non possiamo fare altrimenti per effetto del blocco delle assunzioni”.

Il Consorzio guadagna 67 milioni di euro dai pedaggi, ma, colpa debiti pregressi per 29 milioni, viene colpito da pignoramenti. Per legge il Cas deve impiegare almeno il 34% degli incassi per la manutenzione delle autostrade, per questo motivo gli appalti fioccano. Appalti importanti come il viadotto Ritiro, le gallerie Tindari e Capo d'Orlando, tre delle opere principali che il Consorzio ha in corso, per un valore di poco meno di 59 milioni di euro. Senza dimenticare altri “piccoli” appalti di manutenzione, per segnaletiche e manto stradale.

“Non ci fermiamo certo al risanamento. Puntiamo ad acquisire, in base alla legge Renzi, il controllo e la gestione anche dell’autostrada Palermo – Catania. Ci riusciremo passerà dall’Anas a noi per chiudere l’anello stradale interno siciliano. Certo questo significa che anche su quella autostrada bisognerà pagare il pedaggio” dice Faraci.

Il rischio che corre il Consorzio però è, di ritrovarsi senza autostrade da gestire. Il Ministero infatti ha presentato ben 780 contestazioni, che minacciano di revocare la concessione di manutenzione del Consorzio. Ad ascoltare il presidente della Regione Crocetta e il presidente del Cas Faraci, non sembrano preoccupati: “Delle 780 contestazioni 280 sono state ritirate. delle rimanenti abbiamo già risposto a 330 e stiamo rispondendo alle rimanenti, lo faremo entro i termini che scadono ad aprile. Non ci sarà nessun contenzioso solo un confronto fra amministrazioni pubbliche che si risolverà senza particolari problemi visto che stiamo producendo decreti, impegni di spesa, opere in corso”.

Il presidente Crocetta parla anche dell’esigenza di migliorare le autostrade esistenti: “Occorre sistemare quella che esiste che non è in condizioni ottimali, occorre chiudere l’anello stradale come stiamo facendo ma migliorare complessivamente tutta la mobilità, – e aggiunge la necessità di investimenti privati sulle autostrade – c’è un grande interesse degli investitori privati anche internazionali sulle strade siciliane, sono certo che arriveranno fondi non appena faremo un serio project financing ma prima dobbiamo mettere in piedi un sistema con elementi di efficienza e di modernità che porti ad un rapporto costi-ricavi interessante ed attraente. Oggi il Cas è un elemento essenziale dello sviluppo della Sicilia. Qui a Messina avete un gioiello che deve essere valorizzato valorizzato”.

“Se questo Consorzio fosse al Nord sarebbe un elemento di eccellenza – dice il presidente Crocetta – ma siccome è a Messina viviamo di pettegolezzi. Non ci sono compensi illegali ma solo stabiliti per legge, il Cas ha messo fine alle attività di malaffare e ha dato impulso alle attività produttive. Non c’è altro da aggiungere”.

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