Un fax giunto nella mattinata di venerdì 10 luglio al Capo del dipartimento della salute della donna e del bambino degli ospedali di Termini Imerese e Petralia Sottana, il dottore Giuseppe Canzone e al capo delle risorse umane, a firma del direttore generale dell’Asp 6, Antonino Candela, prescrive la chiusura entro il 30 settembre 2015, del punto nascita di Petralia Sottana, in ottemperanza alla disposizione della nota dell’Assessorato alla sanità regionale.
Nella stessa nota si invitano i sanitari a “mettere in sicurezza le gravide”, ovvero accompagnarle nel percorso di trasferimento dei casi urgenti presso altre unità ospedaliere. I medici, paradossalmente, dovranno essere in servizio per le eventuali urgenze da trattare o da trasferire, ma partorire spontaneamente, nel nosocomio delle alte Madonie, non potrà avvenire. Pensando alle attuali condizioni di viabilità nel territorio e in tutta l’isola, dopo il crollo del viadotto Imera, questa non può che essere definita una disposizione irrazionale che lede i diritti delle cittadine e dei cittadini. La popolazione madonita subisce l’ennesima umiliazione, il danno e la beffa, soprattutto se si considera il fatto che la nota giunta a Petralia è datata 7 luglio, firmata da Candela che proprio l’indomani, l’8 luglio, si era recato a Petralia per annunciare l’assunzione di nuovo personale medico, in realtà c’è solo il bando e non le assunzioni fisiche, così come, già da tempo era stata annunciata l’assunzione di quattro medici per la sala risveglio, finora mai visti.
Per il prossimo 21 luglio è stata indetta una riunione a Palermo con il capo del dipartimento, il dottore Canzone, per l’organizzazione della dismissione del punto nascite e le eventuali scelte alternative. Chiude dunque il punto nascite di Petralia Sottana. Nonostante le rassicurazioni del governo regionale
È furioso il sindaco di Petralia Sottana, Santo Inguaggiato, venuto a conoscenza della chiusura del punto nascite del comune madonita: “La richiesta del territorio di mantenere aperto il punto nascita di Petralia, in deroga ai parametri nazionali, fatta propria un anno fa dal governo regionale, non è stata accolta dal Ministero. Il governo regionale non può limitarsi, oggi, a prendere atto del mancato accoglimento della nostra istanza, da parte del ministero, e ad avviare la procedura per la chiusura immediata entro il 30 settembre prossimo. Il presidente crocetta, peraltro assessore alla sanità ad interim, deve mettere in atto le sue prerogative affinché il punto nascita di Petralia rimanga aperto e vengano potenziati tutti i servizi connessi per garantire la sicurezza della madre e del bambino”.
Sono infatti ancora tutte valide le ragioni per le quali il comprensorio si era mobilitato per la deroga:
distanza dagli altri presidi ospedalieri;
viabilità precaria -ora estremamente aggravata dal crollo dell’ autostrada-;
altitudine dei centri abitati, 1000 metri, con frequenti innevamenti e relativi rischi per la circolazione e, quindi, per la vita dei pazienti.
“Le Madonie tornano ancora una volta a mobilitarsi per avere garantita parità di accesso al diritto alla salute e per conquistare i propri diritti di cittadinanza – dice il sindaco -. Domani alle ore 17, presso l’aula consiliare del comune di Petralia Sottana, ci sarà un’assemblea dei sindaci, degli amministratori, delle forze politiche e sindacali e delle associazioni di categoria per decidere le iniziative di lotta”.