Auguri di Buona Pasqua

Redazione

Editoriale

Auguri di Buona Pasqua
con i versi di un sacerdote

18 Gennaio 2016 - 00:00

Vogliamo augurare a tutti i nostri lettori una pasqua di serenità e riconciliazione, attraverso i versi del sacerdote e scrittore gangitano Rosario Ferraro. A pagina 11 della raccolta “I canti del verspo” edito nel 1973, la prima versione della poesia “Il Messia”:

 

   

 

   Il Verbo, eterno splendore del Padre,

   ai pastori di Betlem, in un limbo

   di luce, accanto alla Vergine Madre

   apparve Bimbo

 

Alle turbe, che accorrono al Giordano

   per ascoltare il profetico appello, 

   espresso col linguaggio dell'arcano, 

   apparve Agnello

 

All'anima smarrita in terra, come

percora nella selva dell'errore, 

apparve, mentre la chiamava per nome, 

il buon Pastore

 

che la ricerca e nell'unico ovile

la riconduce e largisce il perdono.

Ai bimbi apparve nel volto gentile

il mago buono

 

Ai lebbrosi imploranti da lontano, 

ai ciechi braccianti fra le larve, 

ai pazienti del dolore umano

medico apparve

 

Alle Samaritane più assetate, 

alle piangenti Maddalene, ardite

sempre, all'adultere in fallo trovate

parve più mite

 

Ai dottori della legge, al fariseo 

suberbo, al servo che per sè vendemmia, 

ai mercanti del Tempio apparve reo

di gran bestemmia

 

Ma ai cuori scevri dell'errore umano, 

agli occhi incerti di un passo maldestro,

ai vacillanti in mezzo l'uragano

guida e maestro;

 

ai pellegrini fuori della scia

dritta, perchè la stella hanno smarrita

verso la meta, apparve assieme, Via

Verità e Vita

 

Ai nembi urlanti con potenza immane 

sopra il lago in tempesta, ad ogni turgo

di malattia sulle membra umane

gran Taumaturgo

 

Agli affamati di pane e di fede, 

alla famiglia, da suo amore unita

nel Cenacolo, apparve, anzi si diede

pane di vita

 

Dall'Orto, dove fra gli ulivi langue, 

al Monte, dove in Croce è paziente, 

ed oggi sull'altare è quell'esangue

Ostia vivente

 

che non appar; ma tutti in sè riassume

i sacrifizi. Eppure apparve morto!

Ma i sigilli spezzò come un gran Nume:

Egli e' risorto!

 

Ai pochi amici ed ai molti nemici, 

nel rinnovato dei secoli incontro, 

apparve sulle bibliche pendici, 

segno di scontro

 

tutt'ora, come il dì che in ciel disparve.

Ma alla turba fedele, orante e pia, 

nella sua Chiesa, un'altra volta apparve

come il Messia

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