“Sono stati chiusi i puti nascita pubblici di Mistretta, Lipari, Leonforte …. Petralia …”
Sì, c’è anche il punto nascita di Petralia Sottana fra quelli non più previsti dall’assessorato regionale alla sanità. In una nota inviata il 29 luglio al Ministero, tenuta nascosta per settimane, l’assessore Baldo Gucciardi ridisegna nel dettaglio la nuova rete ospedaliera, quella di cui si è tanto parlato in questi giorni e che, a più riprese, è stata dipinta da Gucciardi e Crocetta come una semplice bozza.
Altro che bozza! Un documento dettagliato, di ben 19 pagine, definito dallo stesso assessore come il risultato di “una attenta rivalutazione dell’assetto in precedenza programmato”.
Al di là delle roventi polemiche innescate dal nuovo piano “partorito” dal governo Crocetta, ciò che salta agli occhi per il comprensorio madonita è come venga data ormai per assodata la chiusura del punto nascite di Petralia Sottana.
Ecco cosa si legge nella parte del documento dedicato ai punti nascita:
“Con riferimento alle richieste di deroga di alcuni punti nascita, il Ministero della Salute, Direzione Generale della Programmazione, ha autorizzato ad oggi l’esercizio in deroga dei presidi ospedalieri di Bronte, Cefalù, Corleone, Licata, Nicosia, Pantelleria. Sono stati chiusi i punti nascita di Mistretta, Lipari, …. Petralia…”
Insomma, deposte le armi dell’annunciata battaglia per il reparto di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Madonna dell’Alto, l’assessore Gucciardi nella nota di ridefinizione della rete ospedaliera trasmessa il 29 luglio scorso al Ministero, non fa altro che prendere atto delle indicazioni fornite dalla Lorenzin, mettendo in sostanza una croce sopra alle speranze di proroghe e deroghe rivendicate dal territorio e da un ormai silente coordinamento dei sindaci
Di fatto la grande battaglia dello scorso inverno si è progressivamente assopita ed ormai in quel di Petralia i battenti del punto nascita riaprono solo per far fronte alle emergenze: a rischio e pericolo delle partorienti e del coraggioso personale che vi opera.
Dopo la grande fiaccolata del 15 gennaio scorso sembrava che la deroga dovesse arrivare nel giro di poche settimane. Ora, passati 8 mesi, carte alla mano, la battaglia può considerarsi persa.
Una battaglia tutta politica considerato che, ad esempio, l’ospedale di Bronte, con numeri sovrapponibili a quelli di Petralia, una condizione geografica ben più agevole e l’Ospedale di Paternò ad appena 30 minuti, è stato salvato.
Ma evidentemente da quelle parti la politica sa fare il suo compito.