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A Gangi l'Arte vive. Dei volti, i corpi e le terre.

Mentre l’estate sta per essere divorata velocemente, è  la sete di conoscenza e di bellezza che cominceranno ad essere appagate dalle manifestazioni per il pittore scomparso Gianbecchina, le cui opere sono state donate e sono conservate nel Museo Civico di Gangi, nello storico Palazzo Sgadari, organizzate dall'Istituzione che del Maestro porta iol il nome.

Il fulcro della IX edizione dell' Estemporanea dedicata all’artista di Sambuca di Sicilia, legato a Gangi durante la vita e oltre la morte, non può che essere l’Arte. Protagonista assoluta nelle prime due giornate di Agosto con gli artisti che fisicamente occuperanno il centro storico di Gangi per creare un grande laboratorio a cielo aperto.

Nel cuore della manifestazione, nella sera del 1 agosto alle 21 in Piazzetta Vitale si potrà godere delle parole di Santi Cicardo che insieme a Ludovica Zaffora, Dario Torregrossa accompagnati dalle danze di Patrizia Veneziano e dai videoarte di Francesco Dinolfo ci faranno attraversare l’intero ‘900, secolo che Gianbecchina ha vissuto per intero essendo nato nel 1909 e morto nel 2001, sia per estensione di vita che per curiosità pittorica.  Sono diversi infatti gli stili che il pittore si trova a sperimentare. Partendo così nella prima parte della manifestazione sarà proprio il secolo scorso il protagonista con  parole e immagini a confronto di vari artisti.

La seconda parte della manifestazione affronterà il dualismo volto-faccia.

Dall’anonimato dei volti di Giambecchina, che rivolti alla terra manterranno la tipica ambiguità dell’essere umano che nel dipinto svela e non rivela, contro la faccia e in particolare il selfie nell’era sociale digitale che rimane immagine di superficie, mera pornografia, esibizione del sé nella massificazione.

La terza parte sarà dedicata al corpo nella pittura di Giambecchina, le rughe, i nodi, i passaggi della terra che si fonde nel corpo divenendone una cosa sola.

Infine il corpo in amore. Coloro i quali sono pervasi dall’amore rompono gli schemi quotidiani, modificano il linguaggio dei gesti e delle parole. Il Maestro li inserisce sempre in un contesto definito che riguarda sempre e solo la terra e la natura.

L’evocazione di altri pittori durante tutta la manifestazione renderà palese come pur vivendo uno stesso tempo e uno stesso stile ogni artista mette nella propria opera una visione che sarà sempre personale per rimanere eterna. Come per  l’Etna,la cui eternità è sotto dominio esclusivo della natura e non dell’ uomo, compagno certo delle nostre montagne, a cui è legato un sentimento di angoscia nell’ esplosione del fuoco secondo l’interpretazione pittorica di  Guttuso, sarà invece per Gianbecchina, realista anch’egli, timore ma sopratutto meraviglia. 

Un sentimento che di fronte all’Arte non può non provarsi.

Così il primo agosto.

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